Dieci superberline da mettere in garage

A 28 anni dal debutto, la Serie 5 di quarta generazione lascia ancora senza parole per l’eleganza senza tempo delle sue forme e la straordinaria qualità con cui è stata costruita. Per la prima volta nella sua storia, nel 1998 la versione ad alte prestazioni della berlina bavarese adotta un motore V8 interamente in alluminio ad alimentazione singola, con una valvola a farfalla per cilindro, doppio Vanos e un sistema di lubrificazione a carter semi-secco. Derivato dal 4.4 della 540i, l’otto cilindri è modificato con una testata a quattro alberi a camme, due per bancata, raggiungendo una cilindrata di quasi cinque litri e una potenza di 400 CV. La velocità è autolimitata a 250 km/h, mentre la pratica dello “0-100” è archiviata in appena 5,3 secondi: lo stesso tempo, decimo più decimo meno, della coeva Porsche 911 Carrera. Il range di prezzi è davvero ampio: si va da un minimo di 20.000 euro a punte che posso sfiorare anche i 70.000 euro, nel caso di esemplari molto ben conservati e con pochi chilometri all’attivo.

Basata sulla versione sportiva Quadrifoglio, con la quale condivide il motore 3.0 V6 da 231 CV, può contare su una maggior motricità garantita dalla distribuzione della coppia sulle quattro ruote. Al nuovo cambio a sei marce Getrag è accoppiato un sofisticato sistema di trazione integrale permanente (con giunto viscoso a controllo elettronico e differenziale posteriore Torsen) sviluppato ad hoc dalla casa milanese in collaborazione con l’austriaca Steyr-Puch. Le prestazioni sono da vera Alfa, con uno scatto da 0 a 100 km/h in meno di sette secondi e una punta massima di oltre 240 km/h. Prodotta dal 1993 al 1998, da nuova costava più di 81 milioni di vecchie lire. Oggi le cifre richieste per i pochi esemplari rimasti in vendita si aggirano intorno ai 20.000 euro.

Potrebbe essere la protagonista perfetta della trasposizione automobilistica di una delle più famose favole di Esopo, quella del lupo travestito da agnello. Sotto il cofano di questa sobria e “insospettabile" berlina a tre volumi lanciata nel 1988 pulsa un 4 cilindri 2.0 turbo a sedici valvole con intercooler a iniezione diretta di benzina. I 204 CV sprigionati da questo grintoso “bialbero” a sedici valvole le consentono di “bruciare” lo 0-100 in poco più di sei secondi e di “sfondare” il muro dei 240 km/h. Nel 1990, abbinati alla trazione integrale, i cavalli salgono a 220. Il valore di un esemplare in perfetta forma si aggira tra i 25.000 e i 30.000 euro.

Basata sulla A6 di seconda generazione, è rimasta in vendita per soli tre anni, dal 2002 al 2004. Più potente ed esuberante della già super sportiva S6, è spinta dallo stesso 4.2 V8 in lega d’alluminio, modificato con l’aggiunta di due turbocompressori KKK e rivisto nella testata (per migliorarne il raffreddamento) e nella distribuzione. Vanta numeri che, a distanza di vent’anni, lasciano ancora a bocca aperta: 450 CV, 4,9 secondi per passare da 0 a 100 km/h e una punta massima di 250 km/h (limitati elettronicamente). Più rara rispetto alla versione Avant con carrozzeria station wagon, oggi vale circa 20.000 euro.

Se non fosse per il paraurti anteriore maggiorato e i passaruota più larghi, un occhio poco esperto potrebbe facilmente scambiarla per una berlina della Serie W124 come tutte le altre. A fugare ogni dubbio è la targhetta “500E” in coda: identifica l’esclusiva versione spinta dal 5.0 V8 da 322 CV della SL, un’unità strettamente imparentata con l’otto cilindri biturbo con cui la Sauber C9 vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1989. Siccome “incastrarlo” nel cofano era un’operazione che le avrebbe richiesto l’allestimento di una linea ad hoc, la casa di Stoccarda preferì pagare il disturbo alla rivale cittadina Porsche. Produrne una richiedeva ben 18 giorni e la maggior parte delle 1.528 unità costruite tra il 1990 e il 1995 prese la via degli Stati Uniti. Di qua dell’oceano conviene cercarla in Germania, in Francia o in Olanda, preventivando una spesa di circa 60.000 euro.

Prodotta dal 1968 al 2019 in nove generazioni, quest’ammiraglia è uno dei modelli che meglio rappresentano l’essenza più pura e profonda della casa del giaguaro. La versione più “spinta” della quinta serie prodotta dal 1994 al 1997 (la prima realizzata dopo il passaggio dell’azienda sotto il controllo della Ford) è la prima Jaguar di normale produzione equipaggiata con un motore sovralimentato. Grazie a un compressore Eaton M90 accoppiato a un intercooler aria-acqua, il 6 cilindri in linea da quattro litri di cilindrata raggiunge una potenza massima di 326 CV, assicurando a questa sontuosa ammiraglia un’accelerazione bruciante (va da 0 a 100 km/h in meno di sei secondi). La XJR ristilizzata (nella foto), prodotta dal 1998 al 2003, monta un motore ancora più potente: dotato di un compressore volumetrico, il nuovo 4.0 V8 raggiunge quota 363 CV. I prezzi oscillano tra i 25.000 e i 35.000 euro.

C’era una volta una Opel capace di dare filo da torcere a Porsche e Ferrari. No, non è l’incipit di una fantasiosa leggenda metropolitana, ma la pura verità. Sulla scia di “operazioni a effetto” come la Lancia Thema 8.32 e la Ford Sierra RS, alla fine degli anni ’80 la casa di Rüsselsheim bussa alle porte della Lotus per trasformare la Omega, una sobria e tranquilla “berlinona” da famiglia, in un’autentica “belva” da corsa. I progettisti della casa inglese aumentano la cilindrata del motore 6 cilindri in linea della versione Evo 500 da 3 a 3,6 litri, sostituiscono l’albero motore, inseriscono una testata a 24 valvole e aggiungono due turbine Garrett. Risultato? 377 CV e una spaventosa velocità massima di 283 km/h. Praticamente introvabile in Italia, è da cercare nei paesi nordeuropei. È cara: quasi impossibile spendere meno di 70.000 euro.

Famosa in tutto il mondo per la straordinaria robustezza delle sue grandi station wagon - un tempo instancabili auto da “famiglia bene”, oggi status symbol per tanti hipster con il gusto del vintage -, la Volvo ha anche dimostrato di saper costruire ottime auto sportive. Ne è prova la versione più “estrema” della berlina 850, che la casa svedese, in collaborazione con l’inglese TWR, allestì per partecipare alla stagione 1995 del Campionato britannico per vetture turismo. Il modello stradale è spinto da un 5 cilindri 2.3 turbo che fornisce una potenza di 246 CV e garantisce prestazioni ai vertici della categoria: da 0 a 100 km/h in sei secondi e 250 km/h (limitati elettronicamente) di velocità massima. Per “dribblare” la sovrattassa sulle cilindrate superiori ai due litri, in Italia veniva commercializzata con un motore 2.0 da 211 CV (il propulsore più grande era disponibile però su ordinazione). Scovarne una nel nostro paese è come cercare un ago in un pagliaio: meglio orientarsi verso i paesi del Nord Europa, stanziando un budget di circa 25.000 euro.