IN MOSTRA - Con i Campionati del modo di calcio in pieno svolgimento si parla molto di Brasile. Non fa eccezione l'Audi che ha voluto ripercorrere le radici della sua presenza nel paese carioca. Gli intrecci tra i tedeschi del gruppo Volkswagen e la terra del samba hanno radici lontane: già dal 1956, la DKW produceva per il mercato brasiliano attraverso l'azienda locale Vemag. È proprio questo filo conduttore, lungo più di mezzo secolo, ad animare la mostra chiamata “Ordem e Progresso - DKW Vemag e la nuova alba in Brasile” organizzata dall'itinerante Audi Museum. In Brasile, la DKW era l'auto della medio-alta borghesia: quella che Emerson Fittipaldi, il futuro El Rato due volte iridato in Formula 1, una in Formula Cart e due volte trionfatore a Indianapolis, rubò ai genitori alla tenera età di 12 anni per scorrazzare per le vie di San Paolo; o quella su cui conseguì la patente, fresco di titolo mondiale nel 1958 con la Seleçao, un certo Pelè.
DA AUTO UNION AD AUDI - La Auto Union nacque nel 1932 dalla unione (coatta, visto che fu la Banca Centrale Tedesca a volerla in virtù dell'ingente passivo delle singole aziende) di DKW, Audi, Horch e Wanderer. Antesignana della trazione anteriore, fu rilevata nel 1964 dalla Volkswagen, terminando la propria produzione automobilistica con marchio DKW nel 1966: per chiudere il cerchio, l'ultimo modello prodotto - la F102 - fu la base della F103, l'Audi della rinascita, poi sostituita dalla 80. A suggellare la commistione tra i marchi, i quattro anelli di casa Audi sono quelli della ex Auto Union.
TRE VEDETTES - Tre sono le DKW “brasiliane” esposte: la GT Malzoni, prodotta in sole 35 unità; la Belcar, una delle ultime DKW prodotte in assoluto, e la DKW Fissore, che nel nome richiama il carrozziere italiano cui si deve lo stile. Tra gli altri pezzi degni di nota, una Wanderer W24, una Volkswagen Puma e la berlina VW 1600.