CHIAREZZA - “Facciamo chiarezza una volta per tutte”. Così risponde Sergio Marchionne alle polemiche di “aiuti alla Fiat” che sono esplose da quando si è parlato di estendere la campagna di ecoincentivi anche per il 2010.
“Sono incentivi a favore dei consumatori, non delle aziende", precisa l'amministratore delegato della Fiat. “Semmai siamo noi a finanziare quelli che qualcuno, a sproposito, definisce incentivi per la Fiat”.
“Sapete quanto ci costano?", continua Marchionne, "mezzo miliardo abbondante”. Una somma che lo Stato rimborserà attraverso compensazioni fiscali. Perché “ovunque i governi che hanno varato misure di sostegno pagano subito. In Italia no. Siamo noi ad anticipare”. Così se a settembre il Gruppo Fiat doveva ricevere “417 milioni, per fine anno saremo a 570”.
SCELTE POLITICHE - Ecoincentivi a favore della Fiat? “Io non ho chiesto niente. A me è stato chiesto che cosa succederebbe se non venissero rinnovati. Ho risposto: l'Italia perderebbe 400 mila auto su 2,1 milioni”. Con una prospettiva del genere, rilancia Marchionne, “non ci vuole un genio per capire che il contesto non sarebbe gestibile sul fronte occupazionale, e non è una minaccia dire che, a quel punto, pure Pomigliano sarebbe a rischio”.
E, proprio alludendo al futuro dello stabilimento di Pomigliano, Marchionne si leva l'ultimo sassolino dalla scarpa: “Io faccio il metalmeccanico. Presento una situazione. Dopodiché è una scelta di politica industriale. E spetta al governo, non alla Fiat”.
Insomma, le polemiche sull'estensione degli ecoincetivi anche per l'anno prossimo non cennano a placarsi. Anche se ormai sembra chiaro che, "aiuti alla Fiat" o meno, siano necessari per sostenere il mondo dell'automobile. Forse, si dovrebbe iniziare a ripensare il sistema dei trasporti e, di conseguenza, il volume di auto che il mercato è effettivamente in grado di assorbire.