ADDIO VICINO - Il 1 giugno 2018 verrà illustrata la strategia della FCA per gli anni dal 2018 al 2022, l’ultima grande responsabilità di Sergio Marchionne alla guida del gruppo di diritto olandese con sede fiscale nel Regno Unito: l’ad ha già detto in più occasioni anche lascerà a fine 2018 il ruolo di numero uno dell’azienda. Da tempo quindi sono in molti ad interrogarsi su chi prenderà il posto di Marchionne. Una nuova indicazione è arrivata ieri da John Elkann (a destra nella foto), in qualità di presidente della Exor, la società che detiene il 29% della FCA e quindi ne ha il controllo. Elkann ha confermato in una lettera ai suoi azionisti che “FCA sta elaborando il suo piano al 2022, che sarà presentato a Balocco il primo di giugno da Sergio e dagli altri membri dalla squadra di vertice. La maggior parte di loro hanno vissuto l’incredibile avventura di FCA sin dal 2004 e siamo fiduciosi che uno di essi diventerà il successore di Sergio. Stiamo lavorando intensamente con il consiglio di amministrazione per far sì che questa transizione abbia successo e che il duro lavoro fatto negli ultimi quindici anni prosegua con lo stesso livello di eccellenza”. Fra i nomi i pole position, secondo vari quotidiani, Alfredo Altavilla, attuale responsabile Emea, e Richard Palmer, responsabile finanziario.
NUBI SUI DIESEL - La strategia fino al 2022 potrebbe contenere anche un piano per la progressiva riduzione dei motori diesel su alcuni modelli, come anticipato a fine febbraio dal Financial Times. Sul tema si è espresso lo stesso Marchionne, il quale ha confermato la tendenza già in atto in Europa. “La disaffezione delle persone dai motori diesel è già un fatto” sono le sue parole, riportate dal sito internet della rivista Autocar. “Da quando è scoppiato il Dieselgate (lo scandalo sulle emissioni, nda) le vendite di auto a gasolio sono calate mese dopo mese. Non c’è modo di negarlo, ed è chiaro che i costi per sviluppare nuovi motori diesel diventeranno proibitivi”. Il manager fa riferimento alle spese che le aziende dovranno sostenere per renderli conformi alle severe normative anti-inquinamento e ai progressivi divieti alla circolazione annunciati da varie città europeee per i prossimi anni.