IL PRIMO PASSO - Euro 7 annacquato? Cosi sembra, secondo una risoluzione del Consiglio europeo, l’organo composto dai primi ministri degli stati aderenti alla UE che dà l’indirizzo politico. La Spagna, che attualmente detiene la presidenza di turno, ha infatti presentato un testo di compromesso sulle norme dell’Euro 7 approvato dal Consiglio. A seguito delle perplessità avanzate da diverse case automobilistiche e da otto Paesi, tra cui Francia e Italia, sul fatto che gli alti limiti dell’Euro 7 rappresenterebbero un ostacolo per gli investimenti sui veicoli elettrici, il Consiglio ha evidenziato la necessità di “ammorbidire” i limiti sulle emissioni.
EURO 7 COME LE 6 - La proposta è quella di mantenere, per le norme Euro 7, i limiti di emissione e le condizioni di prova stabiliti dalla norma Euro 6 per auto e furgoni, ma non per autobus e mezzi pesanti, che avranno limiti più bassi. I Paesi dell'UE hanno poi accettato che nelle nuove Euro 7 siano incluse soglie per le emissioni delle particelle dovute all'abrasione dei freni dei pneumatici.
MONITORAGGIO - Il testo del Consiglio prevede l’impiego di avanzati sistemi di monitoraggio delle emissioni, includendo ulteriori disposizioni per altre categorie di veicoli. I Paesi dell’UE ritengono che questa proposta rappresenti un equilibrio nei costi di investimento dei marchi, portando inoltre dei benefici ambientali qualora il regolamento venisse approvato.
PRESSIONE DI ALCUNI - Italia, Francia, Repubblica Ceca e altri cinque stati hanno spinto molto per ammorbidire l’Euro 7, temendo che i limiti proposti su sostanze inquinanti come i protossidi di azoto nei motori a combustione avrebbero distolto dagli investimenti sui veicoli elettrici. Secondo il ministro dell’industria Adolfo Urso il nuovo regolamento consentirà di salvaguardare la filiera automobilistica dei piccoli costruttori, e i costruttori di alta gamma italiani come Ferrari, Lamborghini e Maserati, che producono circa 50mila auto all’anno.
NON È ANCORA FATTA - L’iter di approvazione delle nuove normative Euro 7, che dovrebbero entrare in vigore dal 2025, è tutt’altro che concluso. Ora la palla passa alla Commissione e al Parlamento europeo.