QUESTIONE DI COSTI - La pressione di Donald Trump sulla grande industria si fa sentire. Il neoeletto presidente statunitense minaccia dazi per le aziende che producono in Messico (nelle foto la fabbrica di Toluca della FCA) ed esportano nel paese a stelle e strisce. Tutto questo, per tutelare il lavoro negli Usa (qui per saperne di più). Ieri, al Salone di Detroit, l’amministratore delegato di Fiat Chrysler Sergio Marchionne non ha escluso che in futuro la produzione di veicoli nel paese dell’America centrale si possa fermare: “È una possibilità, se le condizioni economiche imposte dal governo degli Stati Uniti saranno tali da rendere la produzione in Messico senza più un senso economico”. Aggiungendo: “Ci aspettiamo che arrivino nuove regole e ci adatteremo”. Ricordiamo che le case sono spinte a produrre in Messico da una serie di fattori, tra cui la manodopera qualificata a basso costo.
I TWEET DI TRUMP - Lo stesso gruppo FCA ha poi annunciato un investimento di un miliardo di dollari negli Usa (“Era già parte dei nostri progetti”, ha detto Marchionne), ricevendo i complimenti di Trump su Twitter (qui per saperne di più), che pare seguire la sua linea politica protezionistica anche a forza di “cinguettii” online.
INTANTO LA TOYOTA… - Nel frattempo, al Salone di Detroit, la Toyota ha appena annunciato che nei prossimi cinque anni investirà 10 miliardi di dollari per rafforzare le sue attività commerciali e produttive negli Usa; più o meno la stessa cifra spesa nell’ultimo quinquennio. Tuttavia, il vicepresidente di Toyota Usa Bob Carter ha detto che il gruppo non cambierà i piani di investimento in Messico.