AL CENTRO C'È UN SOFTWARE - Sembra vicina a concludersi la vicenda che riguarda 104.000 automobili diesel vendute dalla FCA negli Stati Uniti, che secondo l'ente per la protezione ambientale degli Stati Uniti (l’Epa) sarebbero dotate di un software installato nel motore 3.0 per avere emissioni di ossido d’azoto NOx non conformi a quelle omologate, in violazione della legge. Stando a quanto riferisce l’agenzia di stampa Associated Press, che ha ottenuto le informazioni da una persona coinvolta nelle trattative, il costruttore italo-americano avrebbe trovato un accordo per pagare 663 milioni di dollari fra multe alle autorità e compensazioni ai clienti, in modo da far terminare il caso senza arrivare alle aule di tribunale.
2800 DOLLARI A CLIENTE - La FCA avrebbe accettato di pagare 311 milioni di dollari al Governo federale e alle autorità californiane, oltre a 72 milioni per far terminare i procedimenti giudiziari in corso nei singoli stati americani e 280 milioni ai proprietari delle automobili coinvolte, che potrebbero ricevere circa 2.800 dollari a testa. Il software sarebbe stato installato sui modelli Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram 1500 dotati del motore 3.0 diesel e venduti negli Stati Uniti negli anni 2014, 2015 e 2016. L’Epa ha accusato il costruttore di non avere dichiarato la presenza di tale software, come previsto dalla legge, che obbliga i costruttori a comunicare alle autorità tutti i software di gestione presenti nel motore, anche quelli che entrano in funzione quando il motore raggiunge una determinata temperatura per trattenere le emissioni inquinanti, come nel caso del 3.0.