L’IMPORTANZA DEL V12 - Se l’industria automobilistica sembra andare (seppur con cautela) verso la mobilità elettrica, ci sono aziende che ancora guardano e vogliono investire nei motori a combustione. Tra queste c’è senza dubbio la Ferrari, che pur preparandosi al lancio del suo primo modello elettrico, non sembra voler abbandonare uno dei motori che più ha caratterizzato la sua storia: il V12. Il cavallino ha infatti depositato un nuovo brevetto per un motore a 12 cilindri con pistoni “ovali” (in realtà la forma è quella di una pista d’atletica, una sorta di rettangolo con i lati corti a semicerchio), una soluzione che consentirebbe di ridurre l’ingombro del motore, mantenendo comunque le sue potenzialità.
PIÙ COMPATTO - La forma allungata del pistone consentirebbe di avere un cilindro più stretto e quindi accorciare la lunghezza del propulsore: ciò potrebbe essere utile nel caso in cui la Ferrari avesse intenzione di ibridizzare il V12 mantenendo comunque un powertrain compatto. La cosa sarebbe particolarmente importante montando il motore in posizione centrale con un modulo ibrido inserito tra il motore e il cambio: una soluzione che tornerebbe utile tanto sulle auto da strada quanto su quelle da corsa. Importante è anche la configurazione delle bielle, che sono unite invece di essere indipendenti l’una dall’altra come accade di solito.
GIÀ VISTA SU UNA MOTO - La soluzione dei pistoni ovali era già stata sperimentata alla fine degli anni ‘80 sul V4 della Honda NR500, una moto da corsa a 4 tempi che l’azienda giapponese aveva progettato sperando di poter competere con quelle a 2 tempi. Lì la configurazione era un po’ diversa: il lato lungo dei pistoni era parallelo all’albero motore, non perpendicolare come nel caso del brevetto della Ferrari, e ogni pistone aveva due bielle. All’epoca la Honda trovò difficoltà a far combaciare correttamente i pistoni ovali con la parete del cilindro, avendo avuto molte difficoltà nella progettazione e nella produzione di fasce elastiche ovali. Vedremo se a Maranello avranno più fortuna, grazie anche a tecnologie più avanzate rispetto a quasi 50 anni fa.