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La FCA alza i prezzi. Un cambio di strategia?

15 luglio 2016

La FCA annuncia un sensibile aumento dei suoi listini da agosto 2016: una comunicazione che sembra anticipare un nuovo capitolo nelle strategie commerciali.

La FCA alza i prezzi. Un cambio di strategia?

ATTENTI! PAGHERETE DI PIÙ - Scorrendo i maggiori quotidiani nazionali di oggi, ci si imbatte in una pagina del gruppo FCA. Una pubblicità (riportata qui sotto) e un avviso allo stesso tempo: “FCA aumenta i prezzi dal 1° agosto. Tutte le offerte commerciali in essere saranno valide solo fino al 31 luglio. Affrettatevi!”. Potremmo definirla una comunicazione “al contrario”, perché di solito si punta non su aumenti ormai in arrivo, ma su maxi-sconti e super-offerte da non perdere entro fine mese. Come il gruppo italiano ha fatto fino a ieri, e a volte in maniera clamorosa: basta andare all’inizio di quest’anno per ritrovare la rottamazione “senza limiti” (cioè di qualunque mezzo targato, moto incluse) che consentiva di portarsi a casa una vettura nuova con un sostanzioso extrasconto.

ADESSO I PRODOTTI CI SONO - Al di là dello scopo immediato (portare più clienti nelle concessionarie entro l’ultimo giorno del mese), viene da domandarsi se con questa comunicazione la Fiat Chrysler non stia anticipando un imminente (e deciso) cambio di strategia. L’ultimo periodo è stato molto favorevole per il mercato dell’auto, e ancora di più per il colosso guidato da Sergio Marchionne: nei primi sei mesi del 2016, in Europa è stato venduto il 9,1% di auto in più rispetto a un anno prima, e il gruppo italiano ha fatto segnare un +16,8%. E anche in Italia sta andando bene. Merito di una serie di modelli nuovi che sono stati accolti con favore: le Fiat Tipo e 124 Spider (anche Abarth), l’Alfa Romeo Giulia, senza dimenticare le (un po’) meno recenti Fiat 500X e Jeep Renegade. Tutto questo, insieme agli aggiornamenti di altre vetture che “tirano” ancora nonostante l’età (le 500, le Alfa Romeo MiTO e Giulietta, la Lancia Ypsilon) e a una gamma complessivamente “giovane”, pone il gruppo in una posizione di cui non godeva da anni. Oggi la Fca ha in catalogo prodotti moderni e che piacciono, e non deve quindi più “giocare” forte sul prezzo per attirare i clienti. Che si tratti allora di una svolta, con l’obiettivo di cercare vendite capaci di assicurare margini di guadagno superiori?

AUMENTI “NON ININFLUENTI” - Le parole di Gianluca Italia (nella foto più in alto), responsabile di FCA per l’Italia (“È evidente che non stiamo parlando di aumenti ininfluenti”) sembrano confermare che non si tratterà solo di una trovata pubblicitaria; più un riposizionamento verso l’alto dei prezzi, che un normale “ritocco”. E gli altri costruttori, come reagiranno? Impossibile dirlo, per ora; di certo, comunque, in Italia i marchi del gruppo FCA coprono circa il 30% delle vendite, e per questo dai concorrenti sono presi spesso come riferimento per definire prezzi e strategie commerciali.

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Luzzo

17 luglio 2016 - 23:05

Secondo te perché VW ha perso così tanto mercato in questo semestre malgrado gli enormi sconti?

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Gianlupo

16 luglio 2016 - 15:30

Mai vista un'iniziativa di mktg simile: un motivo ci sarà se nessuno c'aveva pensato prima. Delle due una: o questi sono dei geni, o tutti gli altri di mktg non capiscono niente. Io personalmente, siccome non mi piace prendere decisioni con l'acqua alla gola, lascerei passare la "data fatidica" e nel fare i confronti in funzione di un acquisto terrei "subconsciamente" conto del fatto che i prezzi di FCA, diversamente da quelli degli altri, dal 1° di agosto sono stati "pompati". E' abbastanza probabile che il baricentro della mia scelta si sposti su altri marchi. Giusto un esempio: in Germania sui cartellini dei prezzi dei generi di consumo in vendita nei supermercati mettono, molto correttamente, la data di ultimo cambiamento. Ci sono beni che hanno prezzi immutati da 10 anni! Non siamo nel mondo FMG, certo, però è chiaro che aumentare i prezzi, per giunta in periodo di deflazione (soprattutto in Italia) e di perdita di potere d'acquisto generalizzato (altro che crescita), non è forse la mossa più furba da farsi: sbandierarlo poi... per tutto il resto c'è Mastercard.

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all'avanguardia...

16 luglio 2016 - 17:11

Di questi tempi, si è già molto fortunati se non si acquista una truffa. Direi che un aumento dei prezzi, possa essere anche giustificato, da un posizionamento più elevato del marchio in questi ultimi anni. Poi, per giudicare tale operazione, abbiamo almeno la pazienza di aspettare!!

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Gianlupo

17 luglio 2016 - 10:27

Lascia perdere la questione "truffa", è da stupidi continuare a battere su quel tasto: dimostriamo una volta tanto che gli italiani hanno un cervello. L'ho detto infinite volte: quella "roba lì" (non mi viene alcun termine appropriato) salta fuori con l'effetto d'una bomba ad orologeria contro l'industria automobilistica tedesca (e l'intero indotto dell'Europa occidentale e, indirettamente, contro l'intera industria automobilistica europea) proprio durante lo svolgimento del salone dell'auto di Francoforte e proprio quando la Germania dovrebbe attivarsi, o meglio darsi una mossa mettendo da parte ogni ritrosia o tentennamento, per sottoscrivere e far forzosamente sottoscrivere il TTIP a tutti i paesi dell'EU dei quali, fino a prova contraria, è il paese kapò (cosa che poi è puntualmente e rapidamente avvenuta). Anche i bimbi sanno che certi limiti sono irraggiungibili, irrispettabili, e che il diesel è al capolinea da anni, e che continuare sminuzzare il pm10 all'infinito peggiora solo le cose, ecc. Quella è obsolescenza programmata, punto, e il giochetto, in definitiva, conviene a tutti. Baciamoci, piuttosto, i gomiti per il fatto che di mezzo non ci sia finita FCA. D'altro canto sarebbe stato impossibile per almeno due ragioni: punto primo, è un'azienda americana de facto; punto secondo, sullo scacchiere europeo (figuriamoci su quello transatlantico) l'Italia non conta una beata cippa. Questa manovra di FCA ha apparentemente un solo senso, sintetizzabile più o meno così: cari costruttori (il messaggio non è diretto ai consumatori), perché continuare a farci del male a vicenda con marginalità insostenibili quando potremmo dividerci in modo "amichevole" la sempre interessante torta del mercato europeo? Una sorta di cartello, in pratica, evidentemente non concordabile sottobanco, da cui l'idea di gettare il sasso nello stagno prima della ripartenza di settembre: della serie "chi SI ama CI segua", altrimenti tutto ritorna come prima (segmenti bassi in perdita e via dicendo). Ben venga allora, e tanto di cappello alle menti che ci stanno dietro! Vedasi, là fuori è pieno di fenomeni che all'acquisto di un'auto nuova stanno a guardare ai 500/1000 Euro, ai punti di pareggio centesimali e ad un'infinità di amenità da psicotici ossessivi del genere, salvo poi compiere, da loro pari, atti d'incredibile autolesionismo economico spendendo, spandendo e sperperando in ogni sorta di beni voluttuari, vizi e dipendenze varie. Ne siano esempio, nei gironi infernali degli ipermercati, i capannelli di persone decisamente non affluent attorno al banco degli smartphone 3G/4G/5G o davanti ai display dei televisori LCD Full/Ultra/Hyper. Ne siano esempio pure i cestini stracolmi di gratta e vinci "esausti" (a botte di 10 Euro l'uno: un buon numero di chilometri in auto o una quantità significativa di svariati prodotti di abituale consumo), gli zombi chini su ogni piano d'appoggio possibile intente a grattare, compulsivamente, disperatamente grattare... Aggiungiamoci anche i milioni bruciati sui vari siti di e-commerce per comprare ogni sorta d'inutili gadget, da hoarder all'ultimo stadio. Corretto allora ridare il giusto valore alle cose, soprattutto in termini sociali, di ricaduta occupazionale e di sviluppo (meglio dire salvataggio a questo punto) del tessuto industriale nazionale.

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cosimos74

16 luglio 2016 - 17:58

FCA è libera di fare le politiche commerciali che preferisce. Di fatto per anni ha venduto quasi in perdita, praticando sconti "non ufficiali" fra il 5 e il 10% sui listini. Non si capisce il senso della comunicazione, rimane il fatto che il posizionamento "premium" del marchio è inesistente. Le piccole, ad esempio, hanno un parco motori quasi obsoleto: alla base c'è l'eterno Fire 1.2, seguito dal TwinAir, motore dalla scarsa riuscita, e dalla solita gamma CNG (sempre fire) e Mjet (anche qui sempiterno 1249 nelle millemila versioni da 75/85/95 cv), niente elettrico e niente ibrido. Si arriva al paradosso di una 500S che costa praticamente come una 500 Abarth e di vetture, come la Mito, ormai prive di senso commercialmente: se la gente deve spendere per una piccola premium compra un Mini. In ogni caso altri marchi cominceranno a praticare una politica commerciale più aggressiva e Fiat perderà clientela a favore di questi ultimi.

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all'avanguardia...

16 luglio 2016 - 19:02

Credo che siamo d'accordo tutti, che nessuno sarebbe contento di sapere che uno STESSO prodotto, dall'oggi al domani, possa aumentare di prezzo. Però è una politica commerciale che applicano TUTTI i produttori di un marchio che vende bene; e finora, i dati dicono che FCA sovraperforma da qualche anno, un mercato già in netta ripresa. Non sarò io ad entusiasmarmi, se questa politica commerciale fosse in effetti vera, oppure solo una delle tante operazione di marketing per saggiare meglio il terreno. In ogni caso, per pronunciarmi definitivamente, consiglierei almeno di aspettare e vedere!

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