MARCHIONNE DISSE NO - La Fiat per la prima volta ha mostrato il bozzetto di quella che doveva sostituire la Grande Punto, utilitaria prodotta dal 2005 al 2018. Un progetto risalente a 10 anni fa affidato a Antonio Massacesi (oggi responsabile dei nuovi prodotti Fiat), che venne abbandonato perché l’allora ceo della FCA, Sergio Marchionne, non lo riteneva sufficientemente redditizio da coprire i costi necessari per l’ingegnerizzazione della nuova piattaforma. Inoltre, il manager italo-canese era scettico sul segmento B perché lo riteneva troppo competitivo.
UNA FIAT 500 CON UN PIÙ - Il modello che avrebbe dovuto sostituire la Fiat Grande Punto, denominato Fiat 500+, come si può vedere dal disegno qui sopra diffuso dalla stessa Fiat, non era una classica berlina bensì una crossover “cinquecentizzata”. La somiglianza con la 500X, che è arrivata poi nel 2014, è evidente a partire dalle proporzioni della carrozzeria dal disegno dei fari anteriori e i profili cromati utilizzati per sottolineare la finestratura laterale e lo stemma anteriore.
I CONTI NON TORNAVANO - Come svelato dalla stessa Fiat in occasione della presentazione della 600, il progetto era in fase avanzata di sviluppo, tanto da essere stato approvato, e inizialmente Marchionne aveva sposato l’idea di proporre una 500 più grande e più curata, con un posizionamento di mercato superiore rispetto alle utilitarie come Fiesta e Punto. Tuttavia, alcuni mesi dopo l’approvazione, il progetto è stato definitivamente abbandonato a causa degli ingenti costi di sviluppo relativi alla progettazione di una piattaforma ex novo e dell’impossibilità di “spalmare” le sinergie con gli altri brand FCA. Non era infatti possibile utilizzare il pianale della Grande Punto, sviluppato congiuntamente da FCA e GM, poiché troppo obsoleto sia per la sicurezza che per le emissioni. Nel 2016 è così arrivata la Fiat 500X, basata sull'architettura Small Wide.
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