GLI SCETTICISMI INIZIALI - Lo sbarco della Fiat 500 in America era stato ampiamente annunciato, ma solo con il trapelare delle prime informazioni sulle modalità, i concessionari della rete Chrysler avevano dato voce alle loro perplessità. Principalmente, fino alla settimana scorsa si imputava alla Fiat uno scarso sostegno economico per ristrutturare le sedi (per la 500 è richiesto uno spazio separato dal resto della gamma) e c’era anche il timore per l’introduzione di un altro marchio. Specie in un periodo nel quale i concorrenti chiudono i loro meno redditizi (come Ford con Mercury e GM con Hummer, Saturn e Pontiac) o li vendono (come successo a Saab e Volvo).
ACCORDO FATTO - Invece, dopo l’incontro di ieri a Detroit fra la dirigenza italiana e oltre 500 concessionari, tutte le divergenze sembrerebbero appianate. Anche perché i venditori hanno potuto toccare con mano l’auto, che per gli Usa sarà prodotta in Messico e venduta con un 1.4 a benzina da 100 CV (dotato di tecnologia Multiair e prodotto nel Michigan vedi qui). Le richieste della casa sono di realizzare spazi di vendita separati per la 500 e assicurare la possibilità di creare un’intera concessionaria distaccata, nel caso le vendite decollassero. Infatti, nei piani non c’è solo la 500 ma un’intera sua famiglia e, più in là, anche l’Alfa Romeo. Le concessionarie selezionate saranno circa 165, per lo più collocate in aree urbane.
A SEGUIRE, IL BISCIONE - La 500 arriverà nei saloni solo a fine anno (vedi qui), con un prezzo che possiamo ipotizzare attorno ai 15.000 dollari (circa 12.000 euro): allineato a quello delle sue (poche) concorrenti, come la Ford Fiesta o la Honda Fit (la nostra Jazz). Nel 2011, poi, secondo le indiscrezioni raccolte dall’Associated Press da uno dei venditori intervenuti, dovrebbero seguire le versioni cabrio, Abarth (potrebbe mantenere il marchio Fiat per non frammentare troppo l’offerta) e, successivamente, anche l’elettrica (vedi qui). Nel 2012, infine, secondo i piani di Marchionne, questi stessi concessionari potrebbero ospitare anche le Alfa Romeo (assenti dagli Usa dai tempi della 164), sia berline sia Suv.
UNA SCOMMESSA - Quello che è certo, è che la “battaglia” sarà dura. Quest’anno in America è stata introdotta la Ford Fiesta, che sta raccogliendo pareri molto favorevoli sulla stampa specializzata ed è stata massicciamente promossa dalla casa. Continua, inoltre, l’emorragia di vendite della Smart che, quest’anno, secondo alcune previsioni potrebbe vendere in America il 60% in meno rispetto all’anno del suo lancio (2008): troppi concorrenti e un amore già finito fra gli americani e le “piccole”? In ogni caso, la Fiat di oggi sembra lontana da quella che, nel 1983, dovette abbandonare con la coda fra le gambe il mercato a stelle e strisce, dove era stata ribattezzata “Fix It Again Tony” (riparala ancora Tony) a causa della sua scarsa affidabilità.