MEGLIO GLI STRANIERI CHE NIENTE - “Lo stabilimento di Mirafiori venduto alla Volkswagen? Perché no? Magari. Se servisse a saturare gli impianti, sarebbe una buona idea. Ed eviterebbe che i tedeschi vengano a fare shopping tra i marchi dell’auto senza garantire il lavoro agli stabilimenti italiani”. Così il responsabile della Fiom per il settore auto, Giorgio Airaudo (foto in alto), intervistato dal quotidiano la Repubblica. Il fatto è che, precisa, “dei 20 miliardi del piano Fabbrica Italia se ne sono visti, forse, tre”. A questo punto, secondo Airaudo, meglio finire nella mani di solide case estere piuttosto che vedere lo stabilimento morire: “Penso ai tedeschi, per i quali lavora il 30% dell’automotive torinese e che possiedono già la Giugiaro e la Lamborghini. Ma ci sono anche i coreani...”. Il governo, tuttavia, deve fare la sua parte, “proponendo condizioni tali da attirare gli investimenti in Italia”.
LA FIAT È SEMPRE MENO ITALIANA - L’intervista segue l’annuncio, fatto ieri da Sergio Marchionne, della prossima fusione tra la Fiat Industrial, che raggruppa le attività non automobilistiche della casa torinese, e il colosso delle macchine agricole Cnh, di cui il Lingotto possiede l’88%. Il risultato, che potrebbe concretizzarsi già verso la fine dell’anno, sarà una nuova società di diritto olandese, quotata sia a Wall Street, sia in una Borsa europea che, molto probabilmente, non sarà quella italiana. Una mossa che è vista da molti, tra cui Airaudo, come “un ulteriore passo del Lingotto verso la deitalianizzazione”. Un assaggio, insomma, di quello che potrebbe avvenire nel settore auto, con la futura fusione tra la Fiat e la Chrysler e lo spostamento della sede della nuova società negli Stati Uniti.