La Foxconn è un’azienda taiwanese che negli anni si è specializzata nella produzione e nell’assemblaggio di dispositivi di elettronica di consumo, tanto da diventare il principale fornitore a contratto di un colosso come Apple.
Sfruttando i tanti anni di esperienza nella supply chain (gestione della catena di distribuzione) e nell’elettronica di consumo, e con l’obiettivo di diversificare il suo business principale basato sulla produzione di smartphone, che ha margini sempre più ridotti, la Foxconn ha deciso di realizzare componenti e servizi dedicati ai veicoli elettrici e destinati ad essere forniti a costruttori terzi.
Ne fanno parte componenti cruciali come un software aperto, denominato “MIH Open Platform”, che può essere utilizzato dalle case automobilistiche per abbassare i tempi di sviluppo dei propri modelli elettrici (come sappiamo lo sviluppo software è infatti un punto debole per molti costruttori tradizionali), oltre una batteria allo stato solido, considerata da molti come il futuro degli accumulatori (quest’ultima è ancora in fase di sviluppo e dovrebbe essere pronta nel 2024).
Lo scopo della Foxconn non è quello di realizzare una propria auto elettrica, bensì di diventare il più grande fornitore del settore mettendo a disposizione di costruttori interessati componenti chiave. E gli obiettivi che si è prefissata sono assolutamente ambiziosi: raggiungere, entro il 2025, o prima del 2027, una quota di mercato del 10% nella componentistica e nei servizi destinati all’auto a batteria, fornendo così circa 3 milioni di veicoli a batteria.
Per entrare nel settore dell’auto dalla porta principale la Foxconn lo scorso gennaio ha stipulato un accordo con la FCA per creare una joint venture (50% Fca e 40% da Foxconn) che ha lo scopo di produrre auto elettriche e connesse destinate alla Cina. In questo caso la Foxconn può sfruttare la sua capacità di produrre componenti elettronici in serie a basso costo.