RIDICOLE ASSURDITÀ - La tecnologia consente cose inimmaginabili sino a poco tempo fa. Una di queste è la possibilità di controllo del territorio attraverso telecamere e quant’altro per le più diverse finalità. Soltanto che l’enorme lavoro effettuato dall’elettronica ha sempre bisogno di una gestione umana. Altrimenti la macchina elettronica si somma a quella burocratica e i risultati sono perversi, ancorché non privi di aspetti umoristici.
UNA TARGA NELLA ZONA ZTL - Un esempio significativo lo ha raccontato ieri il Corriere Mercantile di Genova. La storia è questa: una famiglia si è vista recapitare una multa dal comando dei vigili urbani per un preteso accesso con mezzo a motore nella zona ZTL, dove vige il divieto assoluto. A rilevare l’infrazione sarebbe stato appunto il sistema di telecamere che ha “letto” la targhetta di una moto che era della famiglia.
AUTOMATISMI INESORABILI - Senonché la targa è stata sospesa da tempo e le immagini in questione sono state filmate quando la suddetta targa era… cucita su uno zainetto portato a spalle dal rampollo di famiglia. Dunque la telecamera ha fatto il suo lavoro registrando ogni movimento nel suo quadro di ripresa, il computer ha analizzato le immagini rilevando la presenza della targa e ha avviato la procedura di contestazione dell’infrazione, per la quale è stato avviato ricorso in prefettura. Evidentemente senza alcun controllo “pensante”, con il risultato della multa a un pedone perché “targato”. E dire che è successo a Genova, la città di “Ma se ghe pensu…”. Appunto, pensare; e non affidarsi solo alle macchine.