UN’ARMA CONTRO IL CARO CARBURANTI - I prezzi di benzina e gasolio, pur registrando un lieve calo, sono ancora a livelli altissimi (al punto che i furti sono in aumento, qui la notizia) e il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha anticipato in Senato che il governo potrebbe usare l’accisa mobile per abbassarli. Questo meccanismo era stato usato 15 anni fa, nel biennio 2007-2008, di fronte a un prezzo del petrolio triplicato in 18 mesi per la crisi internazionale dei mutui subprime. La manovra finanziaria dell’epoca ha previsto che le accise sarebbero state diminuite “al fine di compensare le maggiori entrate Iva derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio". L’esecutivo si è dato lo scopo di ridurre di circa 20 centesimi/litro per tre mesi il prezzo alla pompa utilizzando come copertura finanziaria l'extragettito Iva causato dai prezzi in salita. In effetti l’Iva extra che arriverà nelle casse dello Stato è stata stimata in 600-700 milioni di euro complessivi per il primo trimestre 2022.
LA TASSA SULLA TASSA - Questo “tesoretto” potrebbe riuscire a ridurre di 15-20 centesimi il prezzo al litro, diminuendo l’entità dell’accisa che è arrivata a 0,728 euro al litro per la benzina e 0,617 per il gasolio. C’è di più: l’accisa fa parte dell’imponibile Iva e quindi diminuendola (l’accisa) scende anche l’imposta sul valore aggiunto. Piccolo inciso: proprio perché l’accisa fa parte dell’imponibile Iva la si definisce, non troppo amichevolmente, "tassa su un’altra tassa". Stando così le cose, una diminuzione di 10 cent delle accise porta con sé altri 2,2 cent di Iva e quindi un taglio di 20 centesimi equivarrebbe a 24,4 cent al litro. Rimarrebbe quindi rispettato il limite minimo per il valore delle accise fissato dalla UE in 359 cent/litro per la benzina e 330 per il gasolio. L’effetto sui prezzi sarebbe avvertibile e concretizzerebbe le anticipazioni sulle azioni del Governo contro il caro-carburante (qui per saperne di più) anche se questo scorcio di 2022 resta da dimenticare non solo per la guerra: dal 1° gennaio la benzina è aumentata mediamente di 46 centesimi al litro e il gasolio di 57 centesimi.
TROPPA DIPENDENZA DAL GAS ESTERO - Il decreto “taglia prezzi” dei carburanti dovrebbe arrivare domani in consiglio dei ministri insieme ad altre misure per affrontare l’impatto della guerra in Ucraina e aiutare i profughi. A proposito del gas, poi, il ministro Cingolani ha definito “non accettabile” l’impennata dei prezzi alla quale stiamo assistendo: “oggi abbiamo un euro e mezzo al metro cubo mentre l’anno scorso il prezzo era di 30 centesimi, mettendo in difficoltà centrali elettriche e raffinerie che faticano a produrre a prezzi normali”. Secondo Cingolani sarebbe opportuno tagliare le importazioni del gas dalla Russia, preferibilmente con misure strutturali, e imporre a livello europeo un tetto massimo al prezzo del metano, come auspicato dal premier Draghi. Il ministro ha affermato che “sarebbe una grande notizia un price cap temporaneo europeo sulle transazioni di gas naturale all’ingrosso e il disaccoppiamento dei prezzi di vendita dell’energia prodotta da tecnologie rinnovabili elettriche rispetto a quelli del parco termoelettrico". In effetti le energie rinnovabili costano ormai molto meno delle fossili ma il prezzo di riferimento, al quale si aggancia anche quello dell’energia verde, è quello di petrolio e gas. Se l’energia di fotovoltaico, eolico, idroelettrico e geotermico fosse quello effettivo il prezzo medio dell’energia scenderebbe: ce la faremo a eliminare quest’ennesima zavorra?
UN SEGNALE AL PIÙ PRESTO - Il premier Draghi, spinto anche dai partiti, vuole varare rapidamente provvedimenti per famiglie e imprese e quindi già dal CdM di domani si avranno dei segnali. Ricordiamo che misure più incisive arriveranno però dopo il 24 marzo, data nella quale sarà definita una strategia comune europea. Il settore del trasporto merci avrà poi misure specifiche, discusse ieri durante un vertice fra il sottosegretario della Presidenza del consiglio Garofoli, il ministro delle Infrastrutture Giovannini e la sua viceministra Bellanova. Teresa Bellanova preme per inserire già nel decreto alcune indicazioni contenute nel protocollo d’intesa illustrato alle associazioni, come la clausola di adeguamento del costo del carburante per i trasportatori e l’inserimento obbligatorio dei costi indicativi di riferimento nei contratti non scritti. Possibile anche l’eliminazione, per quest’anno, del contributo che il settore trasporti versa all’Authority di regolazione.