ELETTRICHE PER TUTTI - Sembra trascorso un millennio dalla svolta del dieselgate, il “grande errore”, come lo chiamano al quartier generale di Wolfsburg, che ha spinto la Volkswagen a sterzare verso l’auto elettrica. Invece era solo il 2015. Il fatto è che dal 18 settembre di quell’anno è davvero accaduto di tutto nel mondo dell’automobile, e in particolare nel gruppo tedesco, colpito al cuore dallo scandalo delle emissioni di biossido di azoto eppure capace di ripensare, in tempi rapidi, la sua strategia in chiave green. Ce la illustra Thomas Ulbrich (nella foto qui sopra), membro del board e responsabile proprio di quella strategia. Che ha un nome: e-mobility, mobilità elettrica. Ulbrich, 53 anni, ingegnere in forza alla Volkswagen dal 1992, ha incontrato alcuni giornalisti a Roma, nei giorni scorsi. Per lanciare un messaggio forte e chiaro: le Volkswagen elettriche non saranno un giocattolo per ricchi, ma automobili destinate al grande pubblico. Quindi prodotte in milioni di esemplari. La parola d’ordine “electric for all”, elettriche per tutti, era stata lanciata il 12 marzo dal numero uno del gruppo tedesco, Herbert Diess, e Thomas Ulbrich la illustra nei dettagli.
OFFENSIVA A TUTTO CAMPO - “Il nostro programma è di lanciare 70 nuovi modelli con motore elettrico entro il 2028”, dice Ulbrich, “contro i 50 inizialmente annunciati. È uno sforzo enorme, e ci vedrà produrre 22 milioni di veicoli nei prossimi anni invece dei 15 previsti, e investire 30 miliardi di euro, tutti autofinanziati, entro il 2023”. Il potente colpo di acceleratore è dovuto al fatto che “la domanda di queste auto sta aumentando rapidamente - negli ultimi mesi di circa il 15% - e non solo nei paesi del Nord Europa. Col risultato che oggi per avere una Golf elettrica servono dai sei agli otto mesi. Dobbiamo rispondere a questa crescente esigenza della clientela. E, vedrete, le quote di mercato trascurabili delle elettriche saranno presto un ricordo”. Del resto, i primi frutti di una strategia che ha l’ambizione di cambiare la mobilità individuale cominciano a vedersi: all’Audi e-tron, già in vendita, si aggiungeranno la Porsche Taycan e, soprattutto, modelli più abbordabili che portano i nomi di Seat el-Born, Skoda Vision, ID Buzz e ID Vizzion. In pratica, la “prima ondata” delle elettriche Volkswagen, destinata ad abbattersi sul mercato europeo tra la fine di quest’anno e il 2020. Resta il fatto, però, che oggi le elettriche costano troppo. Ulbrich non ha difficoltà ad ammetterlo. E quando gli si chiede quanto potrebbe costare la “versione base” di una delle nuove Volkswagen “a batteria”, fornisce una cifra indicativa ma significativa: “circa 18.000 euro, non molto di più del prezzo di un modello medio con motore a benzina”.
MASSIMA FLESSIBILITA - Come si ottiene un prezzo così competitivo? “Il segreto sta nella nuova piattaforma MEB che”, spiega Ulbrich, “comporta una rivoluzione tecnologica paragonabile, per la sua importanza, allo storico passaggio di consegne di quarant’anni fa tra il Maggiolino e la Golf”. Da questa piattaforma, progettata esclusivamente per le auto elettriche, nasceranno tutti i modelli “a pila” più abbordabili del gruppo: Audi, Seat, Skoda e, naturalmente, Volskwagen. “È un’architettura estremamente flessibile, pensata per vetture molto diverse in termini di carrozzeria, dimensioni e abitacolo”. Su questa piattaforma nasceranno berline piccole, medie o grandi, suv, monovolume, wagon, persino spider e sportive. Niente a che vedere, quindi, con la versione elettrica di un modello già in produzione e adattato, con gli inevitabili costi aggiuntivi, per accogliere il motore elettrico e le batterie. Piuttosto, una generazione di nuove automobili concepite fin dall’origine e in ogni dettaglio in chiave elettrica. Usciranno da otto fabbriche in tutto il mondo, tra cui quelle di Hannover, Emden e Zwickau, in Germania, a loro riservate, come pure lo saranno gli stabilimenti cinesi di Antig e Foshan; gli altri impianti attrezzati “anche” per la piattaforma MEB sorgono a Dresda e a Mladá Boleslav, rispettivamente in Germania e nella Repubblica Ceca, e a Chattanooga, negli Usa. Tutto ciò determinerà forti economie di scala, cioè una riduzione dei costi di produzione.
RICARICA VELOCE - “La nostra piattaforma MEB”, aggiunge Ulbrich, “dà una quantità di vantaggi, in termini di spazio interno, ampiezza di gamma, passo lungo con sbalzi ridotti, design. Ed è studiata per la facilitare la connessione web, indispensabile per i futuri sviluppi della guida autonoma”. Naturalmente, è prevista la ricarica veloce, per risolvere un altro dei problemi che limitano la diffusione delle elettriche. E, anche se in parallelo si lavora allo sviluppo di batterie più evolute e performanti, per centrare l’obiettivo dei 700 chilometri di autonomia, il manager tedesco ricorda la necessità di un’adeguata rete infrastrutturale di colonnine, tema annoso su cui devono intervenire scelte politiche. Altrettanto importante, a monte di tutto ciò, il ricorso a energia generata da fonti rinnovabili. Quello della Volkswagen, d’altronde, è un ambizioso progetto di decarbonizzazione, attraverso il quale approdare all’azzeramento, entro il 2050, delle emissioni di CO2 dovute alla produzione di veicoli e componenti, oltre che alla loro circolazione. In sintonia con gli obiettivi fissati dalla Cop 21, l’Accordo di Parigi del 2015 che vuole limitare i cambiamenti climatici.