HA FATTO 2+2 - All’interno del Gruppo Stellantis il marchio Chrysler è quello al momento messo peggio. Vendite in calo dovute a scarsi investimenti e portafoglio prodotti ridotto all’osso. Inoltre, alcune settimane fa il ceo del gruppo, Carlos Tavares, ha affermato che se ci sono brand non in attivo potrebbero essere sacrificati. E un certo Frank Rhodes Jr (nella foto), pronipote di Walter P. Chrysler (il fondatore dell’azienda) deve aver fatto 2+2 dato che si è offerto di acquistare i marchi Chrysler e Dodge.
ORGOGLIO DI NIPOTE - Volontà che sono state messe “nero su bianco” in una lettera dove, tra le altre cose, vengono avanzate anche una serie di lamentele all'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Rhodes nella missiva, oltre ad auspicare la separazione di Chrysler, Dodge e Mopar da Stellantis, propone “un piano audace per l'azienda per mantenere il suo patrimonio americano e rinvigorire come marchio che tornerà alle sue radici di innovazione, con modelli proposti a prezzi accessibili”. Rhodes ha affermato che il suo piano consentirebbe a Stellantis "un'uscita elegante e redditizia da un marchio che, a mio parere, non ha alcun interesse a mantenere e che sta già cercando di abbandonare in modo discreto, senza troppa pubblicità e con il minimo trambusto".
NO GRAZIE - Dalla proposta non era chiaro se Rhodes avesse i finanziamenti per permettersi l'acquisizione, tuttavia, Stellantis, ha rispedito l'offerta al mittente. Il Gruppo automobilistico ha affermato di essere impegnato a riportare alla redditività tutti i suoi marchi.
IN CRISI NEGLI USA - Stellantis sta attraversando un periodo di crisi in America. Nel secondo trimestre ha registrato 344.993 unità vendute, con un calo del 21% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando l'azienda aveva immatricolato 434.648 veicoli. Tra tutti i marchi solo quelli a basso volume come Fiat (316 auto vendute) e Alfa Romeo (+8%) hanno registrato un aumento; Jeep è calata del 19%, Ram del 26%, Chrysler del 19% e Dodge del 17%. Il costruttore ha inoltre registrato un forte calo dell'utile netto nel primo semestre, pari al 48%.