UN CROLLO IMPORTANTE - Secondo l'Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), se in Italia non venissero prolungati gli incentivi, le vendite di auto nel 2010 calerebbero del 16%.
NIENTE CRESCITA COMUNQUE - Se invece il Governo decidesse di estendere i finanziamenti le vendite rimarrebbero sostanzialmente invariate rispetto al 2009, arrivando intorno ai 2,1 milioni di veicoli.
PIÙ PRODUZIONE PER LA FIAT - Secondo quanto spiega il Governo, ci sono buone probabilità che i bonus vengano prolungati anche per il 2010. L'unica condizione posta da Palazzo Chigi è che la Fiat aumenti il numero di vetture prodotte in Italia a quota 900.000. Più di un terzo dunque della produzione mondiale della Casa italiana che nel 2008 è arrivata a 2,5 milioni di veicoli. La Fiat ha reso noto che chiuderà il 2009 con circa 600.000 autovetture prodotte in Italia, 200.000 in meno rispetto al 2008, anno in cui già si intravedevano i primi effetti della crisi.
UNA SOLUZIONE DEFINITIVA -Intanto Sergio Marchionne, l'amministratore delegato del gruppo Fiat-Chrysler, incontrerà il Governo il prossimo 22 dicembre. Secondo il numero uno del Lingotto, una produzione italiana di 900.000 vetture non è impossibile. Per Marchionne però il Governo dovrebbe trovare una strategia graduale che in due anni “mandi in pensione” gli incentivi in favore di una soluzione più di lungo periodo.
A questo proposito, durante un discorso al Peterson Institute for International Economics di Washington, lo scorso 9 dicembre, Marchionne aveva già sottolineato il problema secondo cui gli incentivi rappresentassero un “doping” temporaneo per il mercato e non una soluzione definitiva. Per il numero uno della Fiat, gli Stati europei avrebbero dovuto lavorare di concerto per risolvere il problema della sovracapacità delle fabbriche, che funzionano ben al di sotto della loro massima capacità produttiva.
Secondo Marchionne, “i Paesi europei hanno sempre lavorato per sostenere solo i loro mercati nazionali senza una vera e propria logica sovranazionale.” Ha poi continuato dicendo che “bisogna eliminare una sovracapacità del 30%. Gli incentivi mettono in posizione di vantaggio solo alcune Case creando così una situazione di instabilità”.