UN SOGNO DIVENTATO REALTÀ - Immaginate di avere un’auto che esiste solo nella vostra mente e di riuscire, un giorno, a costruirla proprio come la volevate, dal primo all’ultimo bullone. È esattamente quello che è successo al miliardario inglese sir Jim Ratcliffe, magnate dell’industria chimica, che con un investimento monstre , accaparrandosi i migliori ingegneri, le migliori tecnologie e i migliori componenti del settore, ha creato la Ineos Grenadier. Di questa robusta fuoristrada, dichiaratamente ispirata alle Land Rover del passato (quelle con il telaio a traverse e longheroni separato dalla carrozzeria), gli amanti del genere fanno un gran parlare ormai da qualche anno, ma in Italia, finora, se ne sono viste poche. Anzi, pochissime. “Non ho i numeri precisi, ma credo si parli di non più di un centinaio di auto”, ci ha confermato Radek Jelinek (nella foto qui sotto), amministratore delegato di ATFlow, società del gruppo Autotorino che, dal prossimo anno, importerà in esclusiva le fuoristrada inglesi nel nostro paese.
La produzione dell’auto ha subito un lungo stop in seguito al fallimento della Recaro, che a Ineos forniva i sedili. Come si è risolta la situazione?
“Direi bene. Recentemente l’azienda tedesca è stata acquistata dal gruppo italiano Proma e ci garantirà le forniture richieste. Ad Hambach (la fabbrica francese dove veniva prodotta la citycar Smart ForTwo, che Ratcliffe ha rilevato dalla Mercedes quattro anni fa, ndr) è tutto pronto. Non vediamo l’ora di ripartire”.
Per ora, in Italia, di Grenadier ne sono arrivate col contagocce. Che risposta vi attendete dal mercato italiano?
“Le nostre roccaforti sono l’Inghilterra, gli Stati Uniti, il Messico, la Cina, ma l’obiettivo, dal 2025, è rafforzare in maniera consistente la nostra presenza anche nei paesi dell’Europa continentale, con un occhio di riguardo all’Italia, dove avremo 14 punti vendita tra nord, centro, sud e isole. Bisogna però partire da un presupposto: il cliente italiano è un cliente particolare”.
Si spieghi meglio, cosa intende per “particolare”?
“In Germania o in America, tanto per dire, chi acquista un’auto come la Ineos Grenadier la usa per fare del fuori strada, magari anche impegnativo. Insomma, la usa per lo scopo principale per cui è stata progettata. In Italia, invece, più che sullo spirito d’avventura faremo leva sul lifestyle. Puntiamo a intercettare persone che hanno raggiunto una certa posizione e vogliono guidare un’auto diversa da qualsiasi altra. Il nostro slogan “Built for more” non è solo marketing. Questa macchina può davvero fare di più: non solo è super attrezzata per affrontare gli ostacoli più duri, ma ha anche una lunga serie di accessori utili, per esempio, a chi ha l’hobby dell’equitazione o della caccia. E in Italia sono in tanti”.
Che mix di vendite immagina, in Italia, tra la station wagon e il pick-up?
“La wagon, naturalmente, parte coi favori del pronostico, ma credo che anche il modello con il cassone potrà dare delle belle soddisfazioni, soprattutto con le flotte e le grandi aziende statali. Non mi stupirei se, su dieci macchine vendute, quattro fossero pick-up”.
Le norme europee sulle emissioni inquinanti dal prossimo anno potrebbero essere ancora più stringenti. Penalizzerebbero le vendite di auto che, per ora, hanno solo motori a benzina e a gasolio?
“No, perché produciamo relativamente poche auto e perché i nostri motori, entrambi di origine BMW, rispettano la normativa Euro 6”.
Niente versioni ibride o elettriche all’orizzonte, quindi.
“Riguardo alle alimentazioni alternative, sono già stati fatti alcuni prototipi e svariati test. Il mercato delle elettriche, comunque, è in discesa. In Italia, se non erro, parliamo di una quota inferiore al 4%. A ogni modo, se e quando verrà il momento, la gamma potrà ampliarsi senza problemi con varianti ibride o a corrente delle nostre 4x4”.