GT ALL’ITALIANA O ALL’INGLESE? - Fuori raffinate ed eleganti, dentro confortevoli e lussuose, con motori potenti e una messa a punto che consente di goderne appieno ogni sfumatura di comportamento sia nella guida di tutti i giorni sia in quella più “decisa”, magari anche in pista. È una sfida a tutto campo - e ad armi pari, almeno sulla carta - quella tra la Ferrari Roma e la sua rivale più naturale, la nuovissima Aston Martin DB12.
L'ASTON HA LA FACCIA UN PO’ PIÙ CATTIVA - Presentata nel novembre del 2019, la Ferrari Roma è una filante coupé 2+2 che s’inserisce a pieno titolo nel solco della lunga e gloriosa tradizione delle berlinette a motore anteriore della casa di Maranello. Ricalca la stessa impostazione - con un abitacolo a due posti comodissimi, più due posteriori solo “di fortuna” - l’Aston Martin DB12, svelata pochi giorni fa e anch’essa erede “spirituale” di intere generazioni di gran turismo con il motore davanti. Da un punto di vista delle proporzioni e dei volumi esterni, queste due elegantissime supercar sono molto simili: il cofano lungo e spiovente, il padiglione arretrato, la coda corta e rastremata che si raccorda senza soluzione di continuità al lunotto, molto inclinato. Cambiano, naturalmente, gli stilemi, alcuni dei quali caratterizzano inequivocabilmente entrambi i modelli: l’italiana, per esempio, si fa notare per l’originale (e completamente inedita) mascherina anteriore traforata, mentre il frontale dell’inglese è dominato dalla classica griglia “Vane”, firma indelebile della casa di Gaydon che, sull’ultima arrivata, assume dimensioni davvero importanti, rendendo il muso più aggressivo rispetto a quello della rivale.
DENTRO LA ROSSA È PIÙ ORIGINALE E SPORTIVA - La Ferrari Roma e l’Aston Martin DB12 presentano assai meno punti di contatto all’interno. Nell’abitacolo della gran turismo di Maranello, infatti, si respira una sportività decisamente più accentuata, con le zone riservate al conducente e al passeggero anteriore fisicamente separate da una consolle a ponte solidale alla plancia, la quale assume così una caratteristica forma a doppia “U”. Pochissimi i tasti fisici: i servizi di bordo e le principali funzioni della vettura si gestiscono dal grande display verticale. L’inglese, dal canto suo, propone un’impostazione molto più tradizionale, con un tunnel centrale molto largo ricco di pulsanti e uno schermo orizzontale incastonato appena sotto le bocchette del “clima”. La maggior apertura al lusso rispetto all’italiana è evidente nei rivestimenti, più opulenti, ma anche in dettagli come la finitura metallica di alcuni comandi.
DUE V8 DA FAVOLA - Entrambe sono spinte da potenti motori V8 a benzina: quello della Ferrari - lo stesso 3.9 turbo della Portofino, con la quale la Roma condivide l’intera base meccanica - fornisce 620 CV; quello della DB12 - che sostituisce in un sol colpo le vecchie unità a otto e a dodici cilindri della precedente DB11 - grazie a nuovi turbocompressori e a una nuova elettronica di gestione, tocca quota 680 CV: ben 170 in più rispetto al motore più piccolo della progenitrice. Accoppiato a un cambio automatico a otto rapporti e alla trazione posteriore, promette uno “0-100” in 3,6 secondi e una punta massima di 325 km/h. Alla voce prestazioni la Ferrari, mossa anch’essa dalle sole ruote posteriori attraverso uno svelto cambio a doppia frizione, si difende con una velocità di punta dichiarata di 321 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h più rapido di due decimi di secondo rispetto alla rivale d’oltremanica. Numeri alla mano, insomma, anche sul fronte delle performance dal duello tra la Ferrari Roma e l’Aston Martin DB12 non emerge una vincitrice chiara. D’altronde, si tratta di due vetture di gran pregio uniche nel loro genere e nel saper miscelare come poche altre eleganza, sportività e piacere di guida.