GAMMA A COLORI - Bianco, Avorio, Blu Lancia, Nero, Rosso nearco, Grigio metallizzato, Azzurro metallizzato, Oro metallizzato, Bruno metallizzato: nove Lancia Gamma Coupé hanno colorato con le tinte della palette originale degli Anni 70 la splendida giornata che, a un anno esatto dalla scomparsa di Aldo Brovarone (nella foto qui sopra), l’imprenditore e collezionista torinese Andrea Levy ha disegnato in memoria del grande designer piemontese, autore della linea senza tempo di altre automobili entrate nella leggenda, come la Maserati A6 CGS berlinetta e la Dino Ferrari, solo per citare un paio delle sue creazioni rimaste più famose. L’idea di Levy, maturata durante il primo lockdown del 2020, era quella di completare l’intera gamma colori e presentarla a Brovarone, che a una versione sportiva della Gamma, sui tavoli da disegno della Pininfarina, dov’era entrato poco più che ventiseienne alla fine del 1952 dopo una breve ma formativa esperienza con Piero Dusio iniziata in Argentina alla Autoar e proseguita in patria alla Cisitalia, aveva cominciato a lavorare per conto suo, all’insaputa della stessa Lancia, che senza vedere i suoi figurini probabilmente mai avrebbe pensato di realizzare un’automobile del genere.
OMAGGIO A UN GRANDE DESIGNER - Il maestro, però, purtroppo ci ha lasciati all’età di 94 anni il 12 ottobre scorso, quando mancavano ancora un paio di macchine perché la sorpresa fosse pronta, e così il momento dell’incontro tra Aldo Brovarone e una delle sue opere più celebri si è trasformato in un tributo itinerante per ricordare l’uomo, perfetto esempio della magia rara che si crea quando un talento cristallino s’incontra con un’umiltà fuori dal comune, e la sua felicissima matita, una tra le più leggere, fantasiose ed eleganti nella storia del car design. Intorno a mezzogiorno nove equipaggi composti da esperti di motorismo storico e giornalisti, tra cui anche quello di alVolante, con il direttore Guido Costantini, sono partiti a bordo delle Lancia Gamma Coupé da Torino Heritage, suggestivo rimessaggio e punto d’incontro per appassionati di auto d’epoca ricavato in due ali dismesse del birrificio San Michele di Sant’Ambrogio, alle porte della Val di Susa. Dopo un raffinato pranzo piemontese nel centro di Rivoli, le Lancia hanno puntato i fari verso il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dove ora rimarranno esposte nella grande corte interna coperta fino al 24 ottobre.
UN SIGNORE D’ALTRI TEMPI - A ricordare Aldo Brovarone, insieme al nipote Cesare, felice proprietario di una Lancia Gamma Coupé grigia metallizzata, molte persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare con lui. E che gli hanno voluto bene, perché era impossibile rimanere indifferenti di fronte alla sua straordinaria gentilezza, alla felicità e all’entusiasmo fanciullesco e contagioso con cui, ogni giorno, affrontava le sfide di una professione complicata e complessa, alla sua eleganza discreta e a quel suo naturale senso del buon gusto che lo portava a inventare con semplicità automobili in grado di rimanere eternamente giovani. Alla Pininfarina, dove lavorò per quasi quarant’anni, Brovarone rimase legatissimo anche dopo la pensione, conservando un forte attaccamento aziendale e quasi schermendosi dalla notorietà improvvisa che lo travolse in età ormai matura, quando probabilmente in molti, al suo posto, a quel punto avrebbero gongolato senza esitazioni nel mare di lodi, onori e complimenti che pure, e giustamente, gli sono stati riservati. I colleghi di una vita, da Leonardo Fioravanti a Lorenzo Ramaciotti, da Enrico Fumia a Diego Ottina, hanno tratteggiato il ritratto di un uomo d’altri tempi, che sapeva sempre mettere a loro agio i collaboratori e non sarebbe mai riuscito nemmeno a immaginare di poter far pesare in qualche modo sugli altri la potenza del suo genio creativo.
INVENTAVA BELLEZZA IN GIACCA E CRAVATTA - Disegnava sempre in piedi, con il tecnigrafo in posizione verticale, e muoveva le mani persino mentre camminava, alla perenne ricerca di nuove idee, con il camice bianco sopra la giacca e la cravatta, che, come ha ricordato l’amico e compagno di vita Alfredo Stola, autore, insieme a Aldo Brovarone, della Dedica su base Fiat Barchetta e di diverse one-off derivate da telai Porsche, “metteva persino per andare a fare la spesa”. Paolo Martin, in collegamento telefonico, nel condensare in un paio di minuti i loro cinque anni di lavoro insieme ha faticato a trattenere la commozione: “Era un gran signore, con lui non esistevano screzi, né competizione. Per una questione di rispetto ci siamo sempre dati del lei, ma quando andò in pensione mi salutò dicendomi: ‘Ciao Paolo’. Aldo era un amico”. Brovarone, che amava perdutamente gli aeroplani e forse proprio per questo, nel tracciare le linee delle sue automobili, traduceva l’aerodinamica in bellezza con straordinaria spontaneità, è stato un riferimento anche per tanti membri dell’aeronautica militare, che l’hanno descritto come un fratello maggiore, ma è stato una guida anche per gli appassionatissimi soci del Club Lancia Gamma Italia. “Lo conoscemmo nel 1997 in una fiera, qui a Torino, dove avevamo esposto una delle nostre Gamma Coupé - ha ricordato il presidente del sodalizio, Paolo Falcinelli -. A un certo punto, un signore molto elegante si avvicinò alla macchina e si fermò a guardarla. Poi appoggiò una mano sul cofano e l’accarezzò delicatamente lungo tutto il fianco, fino alla coda, al che il proprietario gli andò incontro, chiedendogli se aveva bisogno di qualche informazione. ‘No, grazie’, gli rispose, ‘l’ho disegnata io’”.
Foto: Mauro Ujetto e archivio Club Lancia Gamma.