UN MOMENTO DIFFICILE - Il mondo dell’auto sta attraversando forse uno dei periodi più duri dell’ultimo decennio. La contrazione delle vendite e della produzione non sta risparmiando quasi nessun costruttore. Basti pensare alla Volkswagen che ha già annunciato una drastica riduzione del personale in Germania, stimata intorno alle 30.000 unità, considerata praticamente inevitabile per la sopravvivenza della società (qui per saperne di più).
I DUBBI RESTANO - Per quel che riguarda l’Italia è Stellantis a preoccupare di più i lavoratori essendo praticamente l’unico grande costruttore presente nel nostro paese. Dove il gruppo guidato da Carlos Tavares ha stabilimenti che sono ben al di sotto della loro piena occupazione e molti vanno avanti tra una cassa integrazione e l’altra. Stellantis ha ribadito il piano industriale per l’Italia che, tra le altre cose, prevede l’approdo della Fiat 500 ibrida a Mirafiori. Ma i dubbi restano.
LE PREOCCUPAZIONI DEI SINDACATI - Le sigle sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uil metalmeccanici hanno così deciso di indire uno sciopero il 18 ottobre 2024 dell’intero settore automotive, con una manifestazione a Roma. L’obiettivo è quello di difendere l’industria italiana dell’auto, che fino a pochi anni fa costitutiva la spina dorsale dell’economia del Paese, anche grazie all’indotto, ma oggi si è molto ridotta (attualmente rappresenta l’11% del PIL). Questo quanto contenuto in un passaggio della nota diffusa da Fim-Cisl e UILM: “La situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventa sempre più critica. In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale”.