ALLEANZE IN VISTA? - Come riporta il sito americano Inside Line, Dany Bahar, amministratore delegato della Lotus (nella foto in alto il prototipo Elite), durante un incontro con i giornalisti avrebbe detto che una società delle dimensioni della Lotus non ha le forze per sviluppare da sola auto che dovranno incontrare le sempre più severe regolamentazioni in fatto di emissioni e crash-test. Per questa ragione deve legarsi a un grande costruttore, come la Toyota, attraverso un'alleanza o, addirittura, una cessione.
Il prototipo della Lotus Esprit.
PROGETTO AMBIZIOSO - A lungo responsabile del marketing alla Ferrari, Bahar è approdato alla Lotus nell'autunno del 2009 e ha dato il via a un ambizioso programma decennale: riposizionare sul mercato il piccolo costruttore inglese facendolo diventare un concorrente della Porsche, espandere la produzione annua a circa 6.000-8.000 auto, e ampliare la gamma modelli. Il primo passo di questo piano si è visto al Salone di Parigi dell'anno scorso, dove la Lotus ha presentato 5 prototipi (leggi qui per saperne di più).
Il prototipo della prossima Lotus Elise.
NON MANCANO LE PERPLESSITÀ - Un piano, quello di Bahar, che ha suscitato non poche perplessità per le capacità tecniche ed economiche che richiede. Dal punto di vista finanziario, Bahar ha più volte confermato che la Proton, il costruttore per il 42% in mano allo stato malese, proprietario dal 1996 della casa inglese, investirà l'equivalente di quasi 900 milioni di euro. Una somma considerevole per un piccolo costruttore che nel 2009 ha prodotto poco più di 150.000 auto. Il quale, inoltre, non ha l'esperienza necessaria per mettere in piedi lo sviluppo e la produzione di auto sportive di lusso che dovranno rispettare le omologazioni di diversi paesi. Un problema che, per stessa ammissione di Bahar, la Lotus da sola non è in grado di affrontare.
Il prototipo della Lotus Eterne.
SARÀ LA TOYOTA? - Alla luce di questi elementi, non stupisce che Bahar stia pensando di legarsi a un grande costruttore e abbia citato la Toyota quale esempio di partner ideale. Da tempo tra i due costruttori è in essere un rapporto di collaborazione (la fornitura di motori e gruppi trasmissione) e il colosso giapponese non ha un marchio di auto sportive che le permetta di competere con Porsche, Ferrari, Lamborghini e Aston Martin. Se a questo si aggiunge che il presidente della Toyota, Akio Toyoda, è un grande appassionato di auto ad alte prestazioni, sembrano esserci tutti i presupposti per un felice e proficuo matrimonio.