AVANTI CON PANDA E 500 - Nella tradizionale conferenza stampa durante il Salone dell’auto di Ginevra, Sergio Marchionne (nella foto) non ha usato giri di parole: per quanto riguarda i programmi di FCA, verranno comunicati fra pochi mesi, il prossimo primo giugno, alla presentazione del nuovo piano industriale. Tuttavia, su alcuni temi il numero uno di FCA non ha rinunciato a dire la sua, concedendo qualche anticipazione, per esempio sul futuro del marchio Fiat. In Europa segue la politica del gruppo, quindi più che i volumi di vendita, l’obiettivo è tenere sempre dei buoni margini di guadagno su ogni vettura venduta. Il marchio Fiat sarà meno presente, si darà più spazio a quelli che si possono definire dei “sotto brand”, ovvero 500 e Panda. Per quest’ultima Marchionne è soddisfatto dei risultati raggiunti ed è in cantiere la sua erede, che non è detto si limiti a un solo modello come oggi. Anche la famiglia 500 sta conoscendo un costante successo e l’offerta verrà implementata con nuovi modelli.
LA MIGLIORE? L’INTEGRALE - “Posso dirlo perché ne ho avuta una, per me la migliore auto prodotta da FCA è la Lancia Delta Integrale”. Così ha detto Marchionne, aggiungendo che Lancia ha prestigio da vendere ma, per il momento, il marchio è commercialmente poco appetibile. Il gruppo continuerà a puntare su nomi giudicati più efficaci: primo fra tutti, Alfa Romeo. Il boss di FCA ha ammesso che il traguardo delle 400.000 unità vendute nel 2019 era ottimistico, ma c’è comunque soddisfazione per i risultati raggiunti, anche perché si sono poste solide basi per il rilancio, grazie alla validità della piattaforma della Giulia e della Stelvio. Il Biscione proporrà una seconda suv e potrebbe esserci lo spazio per un’erede della MiTo che, però, non riproporrà la formula di una mini tre porte col taglio da coupé. E ci sarà una sinergia ancora più stretta con la Maserati, che nel 2019 presenterà novità importanti. Ma, il marchio che nel gruppo ha avuto il maggiore exploit è Jeep, con un incremento delle vendite in tutto il mondo, anche se in Cina in misura inferiore alla attese.
LA CINA NON è VICINA - Marchionne ha ammesso che la strategia per l’ingresso di FCA nel mercato cinese non ha funzionato. Servono una gamma motori differente e un modo più aderente a gusti dei cinesi per introdurre marchi come Jeep. “Ci stiamo lavorando” presegue Marchionne, “sia con le autorità locali sia con i nostri partner industriali sul posto”. Quanto all’ingresso di società cinesi con quote azionarie significative nelle case europee (come è successo di recente con Mercedes), il manager italocanadese non ha nulla in contrario, si tratta di business, a meno che questo non pregiudichi il futuro dell’azienda.
IL FUTURO DEL DIESEL - Per quanto riguarda i motori a gasolio, FCA continuerà a proporli, anche se con una gamma meno estesa, finché il mercato li richiederà. Ma è innegabile che per rispondere alle prossime normative antinquinamento gli investimenti per adeguare i diesel siano troppo elevati. Di conseguenza si seguirà la via dell’elettrificazione. “Qui al salone” aggiunge Marchionne “vedo tante proposte di auto elettriche e ibride, ma rappresentano ancora una percentuale marginale del mercato e richiedono forti investimenti. Il gruppo ha preferito prima osservare l’evolversi della situazione, per capire quale sia la direzione presa e, quindi, investire sul futuro”.
LO SPORT - Marchionne non fa pronostici sul mondiale di Formula 1, la competizione con la Mercedes sarà serrata, ma è meno preoccupato dell’anno scorso, perché il team ha lavorato bene. Quanto ad Alfa Romeo Sauber, è un esperimento e si vedrà come va. Alfa non può sviluppare da zero una power unit in proprio, perché necessita di investimenti da capogiro, pertanto la monoposto italoelvatica utilizza quella della Ferrari. Quanto a un ingresso della Maserati in F1 con il team Haas, Marchionne conferma di averci pensato, ma aspetta di vedere come andrà l’operazione con Alfa. Invece sono a un punto fermo le discussioni con Liberty Media, la proprietaria della F1, sul futuro del Circus. Il presidente della Ferrari insiste nel dire che deve rimanere uno sport accessibile non a tutti, ma solo a chi ne ha le potenzialità. Devono rimanere differenze tecniche fra le monoposto perché è anche lì che si consuma la sfida fra le squadre. “Liberty Media” dice Marchionne “ non capisce un tubo di tecnica. Se mi chiedo tecnicamente come una monoposto affronta una curva, devo avere una risposta tecnica e non solo commerciale come desidera Liberty Media”. La filosofia di Marchionne è che la peculiarità di questo sport, che non è solo una sfida fra i piloti, ma anche fra i progettisti, deve essere salvaguardata; quindi una Ferrari deve essere distinta come tale e diversa, per dire, da una Mercedes. Senza questi presupposti, la F1 non è più interessante.