VIA ANCHE DALL'ANFIA - Dopo essere uscita da Confindustria (leggi qui la news), la Fiat ha annunciato il disimpegno anche dall'Anfia, l'associazione delle industrie automobilistiche. Come riportano i principali organi di stampa, Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo torinese, ha così motivato la decisione: “qui in Italia Fiat sta facendo in modo autonomo e proattivo tutto ciò che è necessario per diventare più efficiente, per liberarsi da vincoli che in un'economia di mercato non sono che freni allo sviluppo e per mettere in pratico tutto quello che ha promesso. In questa chiave va letta la nostra decisione di uscire da Confindustria e, di riflesso, anche dall'Anfia. È una scelta fatta con grande serietà che nulla ha a che vedere con ragioni politiche, non possiamo permetterci di operare in Italia in un quadro di incertezze. La libertà di azione è il requisito essenziale per essere protagonisti dello sviluppo industriale del nostro paese”.
PERICOLO QUASI SCAMPATO - Durante l'assemblea Anfia dove è intervenuto, Marchionne ha citato una frase della canzone Betters Days di Bruce Springsteen, “siamo a un miglio dall'inferno”, per spiegare che il settore auto “sta andando nella direzione giusta, abbiamo scampato il peggio ma non siamo ancora abbastanza lontani dall'inferno”. Ma, se negli Usa si è assistito a una ripresa, "la nostra industria si è rialzata", Marchionne non risparmia una frecciata all'Europa: "invece che sfruttare la crisi e ristrutturare l'industria dell'auto, sono prevalsi gli interessi nazionali e le ragioni della politica che hanno impedito ad uno dei più importanti settori del nostro continente di abbandonare l'inefficiente modello del passato per mettersi finalmente su una strada virtuosa".
PREVISIONI NEGATIVE - D'altra parte, come ha ricordato Eugenio Razelli, presidente dell'Anfia, il mercato auto è ancora sofferente (a settembre gli ordini sono calati del 6,5%) e le previsioni per il 2012 non sono certo incoraggianti: rispetto alle 1.740.000 immatricolazioni previste per il 2011, si stima un'ulteriore diminuzione, tornando a livelli del periodo 1993-1996.