L'EUROPA FRENA - Con 64 miliardi di euro nel 2014, la Fiat stima di raddoppiare il fatturato rispetto al 2010. È quanto ha dichiarato oggi Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo torinese, in occasione dell'assemblea degli azionisti, riunita per approvare il bilancio 2010. Una crescita che potrà raggiungere anche i 100 miliardi se si somma anche la Chrysler e sulla quale peseranno i mercati emergenti come il Brasile. Secondo Marchionne, infatti, il mercato dell'auto negli Usa dovrebbe mostrare tangibili segni di ripresa, mentre l'Europa continuerà a soffrire il calo di immatricolazioni che si sta registrando in Italia e Francia, i due principali mercati per volume di vendite dopo la Germania.
UN 2011 PER RIPARTIRE - Il gruppo Fiat nel 2010 ha visto calare del 23% le immatricolazioni e scendere al 7,5% la quota di mercato in Europa; ma, secondo Marchionne, dalla seconda metà di quest'anno ci dovrebbe essere una ripresa grazie al debutto commerciale di diversi modelli Lancia. La prima ad arrivare nelle concessionarie sarà la nuova Ypsilon a giugno, seguita in ottobre dalla berlina Thema e dalla monovolume Voyager. Inoltre, sempre nell'autunno è atteso il debutto della nuova Panda, un'auto dai grandi volumi di vendita (si parla di 250.000 auto l'anno) che dovrebbe segnare anche il rilancio dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, dove verrà prodotta.
IL RILANCIO DI MIRAFIORI - Durante la conferenza stampa, seguita all'assemblea, l'amministratore delegato ha puntualizzato: "Il nostro obiettivo rimane quello di arrivare al 51% di Chrysler entro l'anno". E ha poi aggiunto: "Fiat non sta americanizzando i propri prodotti, oltre il 50% delle auto a marchio Chrysler avrà una architettura europea". A riguardo degli stabilimenti italiani, Marchionne ha ribadito ancora una volta che entro la fine dell'anno verrà chiuso quello di Termini Imerese e, a partire dalla seconda metà del 2012, a Mirafiori inizierà la produzione della suv da vendere con i marchi Jeep e Alfa Romeo. Un modello da 280 mila pezzi l'anno che, insieme alla Panda, dovrebbe contribuire a rilanciare la produttività degli stabilimenti italiani oggi ferma al 54% contro il picco 126% di altre fabbriche europee.