SUCCESSORE DOPO IL 2015 - Sergio Marchionne resterà alla guida del Lingotto almeno fino al 2015. Lo ha dichiarato lo stesso amministratore delegato in un’intervista al Wall Street Journal. Il manager italo-canadese, che oggi si trova negli Stati Uniti per l’apertura dell’annuale Salone di Detroit, ha precisato che il suo successore arriverà probabilmente dall’interno dell’azienda, ma senza fare i nomi dei possibili candidati. “Bisogna avere le idee chiare intorno alla successione e credo che il 2015 sia il momento per farlo”, ha detto Marchionne al quotidiano economico statunitense. Un concetto ribadito, con una battuta, anche al quotidiano Detroit Free Press, che l’ha nominato manager dell’anno: “Non succedere nulla fin dopo al 2015... a meno che non venga investito da un bus!”. Sempre dalle colonne del Wall Street Journal, Marchionne ha ribadito che, per il 2015, “il lavoro internazionale” volto all’unione della Fiat con la Chrysler in un’unica casa “avrà preso piede”. In altre parole, per la completa fusione ci vorranno ancora tre anni buoni.
ANCORA NESSUNA DECISIONE PER LA SEDE - Resta da decidere dove collocare il quartier generale della futura società. “Sia Torino che Auburn Hills sono in grado di ospitare la sede, ma c’è anche una possibile sede alternativa in America Latina. Siamo ben apprezzati in Brasile”. Dalle parole che seguono, tuttavia, una cosa sembra emergere chiara: Torino non è in pole position. “L’attaccamento al proprio paese come produttore ha bisogno di essere ripensato. Questo non significa che stai tradendo qualcuno, ma solo che stai crescendo. Quando i figli lasciano la casa dove sono cresciuti, non significa che non ti amino”.
IL MEGLIO DEVE VENIRE - In ogni caso, per Auburn Hills la svolta vera arriverà nel 2013. Quest’anno, infatti, l’unica nuova vettura di un certo peso che verrà lanciata dalla Chrysler (la si vedrà al Salone di Detroit) è la Dodge Dart, prima auto della casa americana realizzata su una meccanica targata Fiat (specie per quanto riguarda le tecnologie di contenimento dei consumi). L’anno prossimo, invece, i modelli nuovi saranno otto, senza contare il ritorno negli Usa dell’Alfa Romeo. Spiega ancora Marchionne al Detroit Free Press: “La maggior parte delle scelte industriali sono dietro di noi, ma non abbiamo fatto che il 20% di quanto è necessario fare”. In altre parole, “ora è necessario dare esecuzione ai piani che abbiamo impostato”.