Cosa c’è di più divertente, per un appassionato di auto, ora che la primavera è arrivata e il desiderio di trascorrere un po’ di tempo in più all’aria aperta incalza, di mettersi al volante di una bella spider per una gita fuori porta? Di vetture senza tetto, pescandone dieci tra quelle più interessanti attualmente in vendita nel nostro paese, abbiamo recentemente scritto qui.
Questa volta, invece, abbiamo voluto restringere il campo a un singolo modello di quella categoria: la Mazda MX-5 NA, ovvero la capostipite della fortunata dinastia della piccola roadster giapponese, oggi giunta alla quarta generazione. Di quest’auto, ideale per chi desidera affacciarsi al mondo delle auto classiche senza sacrificare troppo alla modernità, ecco la guida all’acquisto “tascabile”, nella quale ci siamo concentrati sui suoi pregi e sui suoi punti deboli, fornendo qualche “dritta” utile a chi fosse interessato a comprane una.
La Mazda MX-5 NA è il modello che ha letteralmente rivitalizzato il comparto delle piccole spider in uno dei suoi momenti più difficili. Grazie al suo format vincente, che a un look ispirato alle roadster inglesi del passato unisce una guida brillante (il tutto a un prezzo tutto sommato contenuto), questa piccola sportiva a cielo aperto tra il 1989 e il 1998 è stata costruita in più di 420.000 esemplari, riscuotendo ampi consensi in tutte le parti del mondo. È un successo clamoroso, sulla base del quale la casa di Hiroshima ha costruito una saga che dura ancora oggi e proseguirà anche domani (scopri qui le ultime indiscrezioni sul suo futuro).
La MX-5 di prima generazione si riconosce a colpo d’occhio per i fari anteriori a scomparsa, tributo alla Lotus Elan degli anni ’60 e prerogativa unica di questo modello (i successivi li abbandonano in favore di una fanaleria più convenzionale).
Prima di addentrarci in un’analisi più approfondita della vettura, della Mazda MX-5 NA passiamo brevemente in rassegna la gamma motori, tutti benzina a quattro cilindri e con distribuzione a doppio albero a camme in testa. Al debutto è disponibile solo il 1.6 da 115 CV, che garantisce un buon brio, specialmente in accelerazione (lo “0-100” è coperto in 8,7 secondi). A partire dal 1994 questo motore è declinato anche in una versione da 90 CV: lo scatto è inferiore, ma grazie al cambio molto corto e precisissimo negli innesti, vero punto di vanto della MX-5, il piacere di guida rimane sostanzialmente invariato. Nel 1993 esordisce un più potente 1.8: eroga 131 CV, una quindicina in più rispetto al 1.6 più pimpante, ma sono appena due i decimi guadagnati nello scatto da 0 a 100 km/h. Quale scegliere? È abbastanza indifferente, in realtà, perché più che per le prestazioni la MX-5 si sceglie per il piacere di guida unico che riesce a regalare, al di là dei numeri.
La ruggine non dovrebbe essere un problema, per le Mazda MX-5 NA che hanno sempre vissuto sotto il sole dell’Italia. Ma nel caso di esemplari provenienti dal Nord Europa, o comunque un po’ troppo “vissuti”, qualche zona della carrozzeria è meglio controllarla bene. Tracce di corrosione potrebbero annidarsi in corrispondenza dei bancardi e dei parafanghi posteriori, ma anche sul bordo inferiore del cofano bagagli, all’altezza dei passaruota e sulla cornice del parabrezza. Se l’abitacolo emana odori di umidità, potrebbe essere colpa della tenuta della capote. Il tettuccio in tela, in ogni caso, non è dei più resistenti e sugli esemplari più sfruttati dura al massimo cinque anni: per sostituirlo bisogna mettere in conto una cifra variabile tra i 180 e i 1200 euro, nel caso di una copertura di ottima fattura con il lunotto in vetro riscaldato.
Tutti i motori della Mazda MX-5 NA sono affidabili e molto robusti, a patto di assicuragli abbondante olio fresco rispettando gli intervalli di manutenzione previsti dal costruttore. La distribuzione è a cinghia dentata: questo componente va sostituito, preferibilmente insieme alla pompa dell’acqua, ogni 50.000 km, ma se l’auto viene da un periodo di stop molto lungo è consigliabile cambiarla lo stesso. È un intervento alla portata di qualsiasi officina e non si dovrebbero spendere più di 400 euro. Sono da considerarsi normali, sul 1.8, i piccoli rumori causati dalle punterie idrauliche, a patto però che svaniscano poco dopo l’avviamento del motore. La frizione è molto resistente, mentre lo è molto meno il cilindro maestro: nessuna paura, però, se dovesse cedere, perché non è un danno grave e la riparazione è semplice. Attenzione anche alle pinze posteriori comandate dal freno a mano: si grippano facilmente, ma i ricambi si reperiscono con facilità.
Fino a qualche anno fa non era difficile portarsi a casa una bella Mazda MX-5 NA per cifre intorno ai 5.000 euro. Oggi il mercato è cambiato, e la moda del vintage, che ha cominciato a dilagare anche tra gli automobilisti più giovani, ha fatto lievitare le quotazioni medie ben oltre i 10.000 euro. Discorso a parte, spulciando le pagine web dei principali portali del settore, vale per gli esemplari con pochissimi chilometri. Per non parlare di quelli appartenenti alle tante serie speciali del modello allestite dalla Mazda per il mercato italiano, come la V-Special, prodotta in sole 150 unità, o la Limited, color rosso Merlot e con la capote e i sedili in pelle beige, “tirata” in appena 50 pezzi: in questi casi, le richieste dei proprietari possono facilmente raddoppiare.