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Mercedes: l’idrogeno si avvicina

Pubblicato 22 marzo 2018

Visita a un laboratorio di ricerca della Mercedes sulle celle a combustibile: la casa promette che, per l’auto di serie, l’idrogeno è dietro l’angolo. E siamo saliti su una GLC F-Cell di preserie.

Mercedes: l’idrogeno si avvicina

L’IDROGENO È IL “DIESEL” DELLE ELETTRICHE - Tutte le case sono convinte che il futuro della mobilità sia elettrico: ma ancora non è chiaro se “vinceranno” le auto a batteria o quelle con celle a combustibili (Fuel Cell). In queste ultime, una reazione chimica trasforma l’idrogeno contenuto in bombole e l’ossigeno dell’aria in elettricità e acqua. Gran parte dei costruttori, però, vede questa soluzione come una tecnologia-ponte per arrivare, nel lungo periodo, a vetture solo a idrogeno: già oggi, calcola la Mercedes, oltre i 300 km di percorrenza le batterie iniziano a non essere più convenienti poiché, per assicurare un’autonomia elevata, ne servono troppe, e sono costose e pesanti.

RICERCA CONTINUA - Proprio la casa tedesca è, tra le europee, una di quelle che più “spinge” sulle celle a combustibile, tanto da avere dei centri di ricerca specifici. Ne abbiamo visitato uno, il NuCellSys, vicino a Stoccarda, dove abbiamo potuto toccare con mano gli ultimi sviluppi di questa tecnologia e fare un giro, come passeggeri, su una GLC Fuel Cell quasi definitiva: una piccola serie di poche centinaia di esemplari sarà in vendita dalla fine del 2018.

VANTAGGI? MOLTI - Molti i vantaggi delle celle a combustibile: il primo è il fatto che, a differenza delle batterie al litio, nella loro realizzazione non richiedono l’utilizzo di terre rare, di solito estratte in paesi politicamente instabili o (come la Cina) quasi monopolisti. Nel loro interno c’è solo platino, più o meno nella stessa quantità di un moderno catalizzatore (circa il 90% in meno rispetto alle celle a combustibile della precedente Mercedes B Fuel Cell). Inoltre, convertire grazie all’elettrolisi in idrogeno l’energia elettrica prodotta in eccesso da fonti rinnovabili, invece di stoccarla in batterie, permette di accumularne una quantità ben maggiore in molto meno spazio: la densità energetica, ovvero i Watt/ora per kg, è di 9 volte superiore rispetto agli accumulatori agli ioni di litio e senza che ci siano perdite di efficienza con il trascorrere del tempo. Anche contando la minore efficienza della doppia conversione elettricità-idrogeno-elettricità e delle celle a combustibile (40-60%, contro il 70-80% dei motori elettrici e il 20-25% di quelli termici), secondo la Mercedes il “bilancio” finale rimane positivo. Anche perché l’energia “persa” nella reazione si trasforma in calore, che può essere usato in inverno per riscaldare la vettura (mentre nelle auto a batteria è necessario avere un riscaldamento elettrico).

AIUTA IL LAVORO? - Infine, con le celle a combustibile non mancherebbero ripercussioni positive sull’occupazione: se le batterie agli ioni di litio sono quasi tutte prodotte in paesi asiatici, le celle a combustibile non ancora; inoltre, i veicoli Fuel Cell richiedono componenti di precisione (come umidificatori dell’aria che entra nelle celle o sofisticati compressori elettrici) che possono essere prodotti e revisionati in Europa; senza contare che l’idrogeno, come oggi la benzina o il gasolio, deve comunque viaggiare su camion dai punti di produzione a quelli di rifornimento.

DISTRIBUTORI? POCHI - Se in passato le celle a combustibile perdevano efficienza dopo pochi anni, oggi il problema pare quasi risolto: la Mercedes parla di una efficienza garantita “per tutta la vita del veicolo”. Per confronto, la Hyundai garantisce quelle della nuova Nexo 10 anni o 160.000 km. Inoltre, a differenza delle batterie al litio, la perdita di efficienza delle Fuel Cell non comporta una perdita di autonomia, ma solo di potenza massima. Lo scoglio più grande per le auto a celle a combustibile rimane però la scarsa diffusione dei punti di rifornimento. In Italia ne abbiamo solo uno aperto al pubblico, a Bolzano, mentre in Germania puntano ad averne 100 entro il 2019 e 400 entro il 2023.

È ANCHE PLUG-IN - Durante la nostra visita ai laboratori della NuCellSys, abbiamo avuto modo di salire come passeggeri su un esemplare di preserie della GLC F-Cell: un’auto a celle a combustibile unica, poiché è anche ibrida plug-in. Secondo i dati di omologazione, infatti, le batterie bastano per percorrere circa 50 km, che permettono di muoversi anche in zone in cui non ci si può rifornire di idrogeno. Mossa da un motore elettrico da circa 200 CV e 350 Nm posto fra le ruote posteriori, ha una bombola per il gas al posto dell’albero di trasmissione e una sotto il divano (rispetto alle GLC “normali”, la seduta è più alta da terra di qualche centimetro); ciascuna va revisionata per legge dopo 15 anni. Gli accumulatori, invece, sono sopra il motore, oltre che sotto il piano di carico: il baule passa dai 550 litri delle GLC a benzina a 395. Le celle a combustibile, invece, trovano posto sotto il cofano e occupano circa lo stesso spazio di un grosso quattro cilindri.

LEGGERA? NON TANTO - Per fare il pieno di idrogeno, secondo la casa bastano tre minuti: i 4,4 kg consentono 437 km di autonomia omologata (300 scarsi è però un dato più realistico nell’uso di tutti i giorni, per un costo in Germania di circa 40 euro). A bordo, non si può non notare il volante con comandi sensibili al tocco e il tunnel centrale con superfici “touch” semplificate per l’impianto multimediale: due novità che ritroveremo sull’aggiornamento della GLC “normale”, atteso l’anno prossimo. La spinta è decisa ma non grintosa: lo “0-100” richiede circa 9 secondi. D’altra parte, l’auto pesa attorno ai 2.100 kg (300 abbondanti più di una 2.2 a gasolio a trazione integrale). Questo influisce anche sul comfort: a dispetto delle sospensioni posteriori ad aria, infatti, le asperità non vengono filtrate al meglio. Dato che il cambio non c’è e la potenza arriva senza interruzioni e in silenzio, le palette al volante si usano per impostare su quattro livelli l’intensità del recupero di energia nei rallentamenti; è possibile anche lasciar far automaticamente all’elettronica, che l’adatta in base ai limiti di velocità rilevati dalla telecamera frontale. Il sistema permette anche di selezionare quando usare l’elettricità delle batterie e quando quella delle celle a combustibile: il passaggio a queste ultime è sottolineato dal rumore di una valvola che si apre. Ma è usando la modalità combinata che si ottengono le massime prestazioni.



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Ritratto di AMG
22 marzo 2018 - 14:28
Una tecnologia dalle promesse molto più interessanti dell'elettrico. Peccato che non possa perdere piede se non vi è un programma di promozione da parte degli enti statali; l'articolo favorisce i punti forti della tecnologia ma costruire una rete di distribuzione di idrogeno (per non parlare della produzione che si sta studiando) è costosissimo.
Ritratto di puccipaolo
22 marzo 2018 - 16:31
8
Per produrre l'idrogeno occorre energia vero? E questa da dove si prende? Nucleare? no! ...Petrolio ...ed il cercho si chiude!
Ritratto di AMG
22 marzo 2018 - 19:41
Per produrre l'idrogeno ci sono innumerevoli studi veramente promettenti che consentirebbero al pianeta di fare una svolta energetica. Aumentare esponenzialmente la richiesta di energia elettrica con le auto elettriche dove ci porta? Ai pannelli solari'.. alle torri eoliche? No cari miei: direttamente alle centrali a carbone (siano pure di nuova generazione non importa) poi chiamalo progresso questo. E lasciando perdere il disastroso caso Cina, è successo in Belgio, un paio di anni fa. Dovete capire di Norvegia c'è n'è una sola con un'economia energetica così pulita. Negli altri stati sposti l'inquinamento dalla città alla periferia ma tant'è.
Ritratto di conan55
23 marzo 2018 - 13:21
lascia perdere la norvegia, sono quattro gatti e fanno presto a mettersi d'accordo. vorrei che avessero una città come napoli dove il 40% delle auto è ancora euro zero e non vogliono sentire ragioni per buttarle per vedere cosa farebbero.
Ritratto di Leonal1980
22 marzo 2018 - 22:58
5
Perché l'idrogeno si produce? Pensavo fosse la base di ofni elemento in natura visto che lo è...
Ritratto di Alfiere
23 marzo 2018 - 09:12
2
Si dato che in natura allo stato molecolare non esiste per la forte reattività ed alle temperature\pressioni del nostro pianeta è sempre gassoso.
Ritratto di AMG
23 marzo 2018 - 09:40
Non esiste in forma pura in natura.
Ritratto di Porsche
22 marzo 2018 - 15:18
"energia elettrica prodotta in eccesso da fonti rinnovabili" Poi Mercedes produce l'idrogeno, Vw-Audi l' e-gas...
Ritratto di otttoz
22 marzo 2018 - 15:54
Il futuro ê questo...
Ritratto di v8sound
22 marzo 2018 - 15:56
Per me sarà il biometano
Ritratto di Porsche
22 marzo 2018 - 16:40
La mano sul fuoco non ce la metto, però.... La vera arma del biometano sta proprio nella compatibilità TOTALE che ha verso le infrastrutture che GIA ESISTONO. Metanodotti di tutta europa, gassificatori, depositi di stoccaggio, per non parlare delle bombole, tutto perfettamente già esistente. Per l'idrogeno si dovrà creare una infrastruttura nuova, con costi che francamente non credo che nemmeno i tedeschi si possano permettere. E' giusto però che si provino varie strade. Qualche tempo fà leggevo un articolo di come moltissime aziende agricole in europa, e molte anche in italia, abbiamo trasformato il problema degli scarti, liquami e quant'altro da problema/costo vivo, ad una entrata per via della produzione del biometano !!!
Ritratto di alemian95
22 marzo 2018 - 17:16
Concordo in tutto però considera che il metano per quanto poco ma inquina. Dagli scarichi delle auto a idrogeno invece esce acqua distillata (pura) il discorso sta sempre lì: finché non avremo una tecnologia che ci permetterà di sintetizzare l'idrogeno in quantità industriali non potremmo farci affidamento. Lo stesso discorso vale per i tempi di ricarica delle elettriche.
Ritratto di Porsche
22 marzo 2018 - 17:35
il discorso è complesso. Entrano in gioco diversi fattori. Per esempio quì Mercedes non parla di pressione. Da quello che so la pressione di esercizio è molto superiore al metano, si parla di 600-700 bar. Il triplo del metano. Cioè altri costi per la compressione. C'è un'altro punto fondamentale a favore del biometano, anzi diversi: Reflui e fanghi fognari Reflui zootecnici: letame e liquami Rifiuti alimentari e FORSU Residui da giardinaggio, gestione del verde e orticoltura Colture dedicate (Mais) L'ultima non è eticamente accettabile, e andrà rimossa, ma il resto risolvono anche problemi diversi. Oggi quanto ci costa in termini ambientali gli scarti reflui di una città ? Ecco......
Ritratto di Leonal1980
22 marzo 2018 - 23:04
5
Il biometano inquina il 97% in meno del metano dice fca
Ritratto di FRANCESCO31
22 marzo 2018 - 15:57
solo con il NUCLEARE si può produrre idrogeno in quantità industriale e a prezzi convenienti
Ritratto di anarchico2
22 marzo 2018 - 17:02
Mettilo a casa tua
Ritratto di alemian95
22 marzo 2018 - 17:17
Con il livello tecnologico raggiunto ai giorni nostri, per soddisfare la domanda di energia elettrica, il nucleare prima o poi diventerà necessario se non indispensabile.
Ritratto di Strige
22 marzo 2018 - 19:58
Io consiglierei il rubbiatron Torio-Bario. Semplice, sicuro e con scarti che in 50-100 anni sarebbero non piu' radioattivi. L'inventore e' seduto in senato, ma nessuno lo ca...nsidera :D
Ritratto di orsogol
22 marzo 2018 - 18:18
1
Continuo a veder problemi che non convincono: 1) Energia necessaria a produrre l'idrogeno. 2) Difficoltà di stoccaggio, trasporto e travaso per via dell'elevata infiammabilità. 3) Necessità di tenere l'idrogeno liquido a -284°! 4) Necessità di costruire una rete di distribuzione (non riusciamo neanche a fare le colonnine per l'elettrico...). 5) Complessità costruttiva che renderebbe le auto a idrogeno molto più care, anche ipotizzando grossi volumi produttivi. 6) Incremento di peso. 7) Autonomia ridotta, perchè i serbatoi dell'idrogeno necessitano di uno strato molto grosso di coibentazione e quindi oltre certi limiti andrebbero a occupare tutto il bagagliaio. Bah,staremo a vedere.
Ritratto di AMG
23 marzo 2018 - 11:58
Autonomia ridotta, incremento di peso... C'è della verità in alcuni dei tuoi punti ma in altri siamo proprio fuori strada. L'autonomia delle auto a idrogeno attualmente in produzione sono pari a quelle di un tradizionale motore a combustione, e non mi risulta che tali auto pesino tanto quanto delle elettriche.
Ritratto di orsogol
23 marzo 2018 - 16:28
1
Effettivamente sul peso, rileggendo il servizio, questa GLC è anche ibrida e quindi i 300 Kg in più sono dovuti a batterie, generatore e elettronica varia. L'autonomia invece, se è di 470 Km nominali (300 effettivi come sostiene Al Volante) è ben lontana dai 900-1000 delle attuali diesel.
Ritratto di AMG
24 marzo 2018 - 13:07
Intendo che con una rete di distributori il pieno lo fai in 3 minuti non in qualche ora come su un'elettrica....
Ritratto di giorgionash
23 marzo 2018 - 09:11
credo che l'idrogeno non è il futuro... e poi mi da la sensazione di sedere su una bomba...
Ritratto di AMG
23 marzo 2018 - 11:57
Nemmeno l'italiano è il tuo futuro....
Ritratto di Sid Car
23 marzo 2018 - 17:04
Oltre al biometano anche l' idrogeno può essere anche prodotto per reazione chimica : https://www.greenme.it › Muoversi › Trasporti ....Marina militare americana docet .... ... Benzina dal mare” per la Us Navy Gli ammiragli: una rivoluzione ... l'elemento catalizzatore con l'acqua di mare non è altro che acqua dolce reflua ... http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/energia/2011/09/20/visualizza_new.html_701880218.html
Ritratto di Sid Car
23 marzo 2018 - 17:07
... o altrimenti anche utilizzando solo grafene ed acqua ....
Ritratto di gainfranco
8 marzo 2019 - 18:06
andate a leggervi : "l'elettrolisi dell'acqua" e vedrete dove sta il futuro .