ADDIO A UN GIGANTE DELL’AUTO - Il mondo dei motori piange la scomparsa di Giotto Bizzarrini (qui sopra in una foto degli anni 60). Il progettista toscano, tra i più abili e creativi che la storia ricordi, si è spento nel pomeriggio di ieri all’età di 96 anni. Nella sua lunga e prosperosa carriera, guidata da una passione divorante per le automobili da corsa, ha contribuito a creare autentici miti su ruote, come la Ferrari 250 GTO, il motore V12 Lamborghini e, non ultime, le splendide 5300 Gran Turismo che portano il suo nome.
DALL’ALFA ALLA FERRARI, QUANTI CAPOLAVORI - Livornese del quartiere Quercianella, Bizzarrini riceve dai genitori il nome di Giotto grazie a un’idea del nonno paterno, educatore e autore di opere scientifiche. Dopo la laurea all’università di Pisa, nel 1953, comincia la sua avventura nel mondo dei motori all’Alfa Romeo. All’età di 28 anni entra nel reparto di sperimentazione, dove viene assegnato al team di Consalvo Sanesi, pilota e storico capo collaudatore della casa milanese. Nel febbraio del 1957 passa alla Ferrari: alla corte del Drake, il talento di Bizzarrini emerge in tutta la sua limpidezza. Durante i suoi anni sotto il segno del Cavallino Rampante, il progettista livornese lavora al motore 12 cilindri da tre litri della Ferrari 250 Testa Rossa, a quello da due litri della Testa Rossa 500 Mondial e fornisce un contributo fondamentale allo sviluppo dei modelli della famiglia 250, dalla GT SWB alla Spider California, fino alla mitica 250 GTO. L’ingegnere livornese è anche il responsabile tecnico della scuderia Ferrari nell’ultima edizione della mitica Mille Miglia, nel 1957. In quell’occasione, montando dei ceppi in lamiera d’acciaio, risolve un problema all’impianto frenante della 315 S di Piero Taruffi, che alla fine vince la corsa.
L’AMICIZIA CON CHITI E IL V12 LAMBORGHINI - Alla Ferrari Bizzarrini stringe una solida amicizia con Carlo Chiti, anch’egli toscano, e dopo aver lasciato Maranello, nel 1961 i due fondano la Automobili Turismo e Sport. L’ATS è una parentesi breve, ma fondamentale nell’aprire nuovi orizzonti a entrambi i tecnici: Bizzarrini decide di mettersi in proprio e dà vita nella sua Livorno a una società che si occupa di motori, la Autostar; Chiti, insieme a Lodovico Chizzola, mette in piedi l’Autodelta, che di lì a poco sarebbe diventata la squadra corse dell’Alfa Romeo. Nella sua officina livornese Bizzarrini monta freni Amadori Campagnolo su vetture Alfa Romeo e Volkswagen, ma l’attività contempla anche servizi di consulenza per la progettazione completa di nuove auto e nuovi propulsori Tra i committenti più famosi c’è un uomo che coltiva con una determinazione veramente rara l’ambizione di costruire l’auto sportiva più bella del mondo: il suo nome è Ferruccio Lamborghini e per lui Bizzarrini disegnerà il motore V12 da cui ha origine la leggenda che continua a vivere ancora oggi (scopri qui le più belle supercar della casa di Sant’Agata Bolognese con il motore a 12 cilindri).
L’INCONTRO CON PIERO RIVOLTA - Dopo l’esperienza in Ferrari Bizzarrini incrocia la strada dell’industriale lombardo Piero Rivolta, che nel 1962 decide di entrare nel settore delle auto sportive di lusso con la coupé GT 300 disegnata da Giorgetto Giugiaro per la carrozzeria Bertone. Da quest’auto parte l’avventura della Iso Rivolta (qui per saperne di più), per la quale Bizzarrini firmerà nel 1963 Iso A3/C, vettura destinata alle competizioni, e, due anni dopo, la leggendaria Grifo GT, mossa da un grosso motore V8 di derivazione Chevrolet.
IL SUO SOGNO, OGGI RINATO - Nel frattempo, la voglia di dar forma ai propri sogni non abbandona il progettista toscano, che dalle ceneri della Autostar dà vita a una nuova società con il suo nome e crea la 5300 GT Strada (nelle foto qui sopra), una sportiva su base Grifo affinata con alcuni componenti prelevati dalla A3/C. In totale, ammontano a 133 le berlinette uscite dai cancelli della Bizzarrini, che oggi, a più di mezzo secolo dalla fine della produzione e della chiusura dell’azienda, è tornata sotto le luci della ribalta grazie alla divisione automobilistica di Pegasus Brands, noto dealer di auto di lusso con sedi a Londra, Ginevra, Kuwait, Abu Dhabi e Dubai (qui la news e qui le prime informazioni sulla nuova supercar che potrebbe arrivare nel 2024).
LA LAUREA AD HONOREM - Chiusa la sua ultima parentesi da imprenditore, l’ingegnere toscano prosegue la sua carriera come consulente per le case automobilistiche, collaborando alla progettazione di alcuni prototipi come la BZ 2001, una promettente spider su meccanica Ferrari il cui progetto, purtroppo, non decollò mai. Nell’ottobre del 2012 Bizzarrini riceve dall'Università di Firenze la Laurea Magistrale honoris causa in Design nella nuova sede di Calenzano), inaugurata il giorno stesso della sua proclamazione. Solo l’autunno scorso la città di Livorno aveva celebrato la genialità di Bizzarrini con una “tre giorni” a lui dedicata negli spazi degli Hangar Creativi, e qualche mese prima gli era stata conferita la medaglia d'oro dei talenti livornesi.