NIENTE SCUSE - Con la sentenza numero 8694/2016, la Cassazione interviene sulle multe con taglio di punti-patente. Nel 2008, la proprietaria di un’auto aveva ricevuto a casa un verbale in cui le venia richiesto anche di comunicare il nome del guidatore al momento dell’infrazione, a cui sottrarre punteggio della patente. La signora pagava la sanzione per la violazione, senza però fornire alcun nominativo alle forze dell’ordine: risultato, un’ammenda supplementare di 286 euro, come previsto dal codice della strada. Al che, l’automobilista fa ricorso al prefetto e poi al giudice di pace, sostenendo che non ricordava il nome del guidatore, e che quindi non doveva essere punita con la multa supplementare: perde, e ricorre per Cassazione. Che conferma: la sanzione di 286 euro è sacrosanta. Perché a carico del proprietario dell’auto c’è “un vero e proprio obbligo di collaborazione da prestare alla autorità preposta alla circolazione stradale con la comunicazione dei dati richiesti”. Solo circostanze particolari consentono al proprietario di tacere il nome. Il codice parla di “giustificato e documentato motivo”: una formula, a dire il vero, non chiarissima.