RIVINCITA - Un’automobilista tenace fa valere i propri diritti. Nel 2010, dopo aver ricevuto a casa una multa per eccesso di velocità, rilevato con autovelox, fa ricorso. Basandolo su un punto preciso: la macchinetta non è tarata, e quindi il verbale è nullo. Il giudice di pace accoglie il ricorso, il Comune si appella al tribunale, che conferma l’obbligo di pagare la sanzione. La donna non si arrende e ricorre per Cassazione, che con decisione 9972/2016 cassa la sentenza impugnata dalla signora e rinvia al tribunale in diversa composizione. Il motivo? La rivoluzionaria sentenza della Corte costituzionale, la numero 113/2015, secondo cui tutti gli autovelox vanno tarati, pena l’annullamento della multa: “Gli apparecchi per l'accertamento dei limiti di velocità vanno sottoposti a periodiche verifiche, perché i fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l'affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”. Una sentenza, questa della Corte costituzionale, che vale pure per il passato.