È IN PERDITA - Da quando, nel novembre 2018, fu arrestato l’allora numero uno della casa di Yokohama, Carlos Ghosn, la Nissan è scivolata via via in uno stato di crisi che ha portato vendite e risultati economici negativi. Ne sono una prova i numeri che scaturiscono dall’esercizio fiscale chiusosi il 31 marzo 2020, dove, a fronte di un fatturato sceso del 14,6% fino a 83 miliardi di euro, ottenuto dalla vendita di 4,93 milioni di veicoli (il 10,6% in meno di un anno prima), la Nissan ha fatto registrare una perdita netta di 5 miliardi di euro. Di questi, però, 4,7 miliardi sono i costi legati alla ristrutturazione annunciata oggi.
TAGLIO DEI COSTI - Per lasciarsi definitivamente alla spalle l’era post-Ghosn e rilanciarsi la Nissan presenta un piano di ristrutturazione piuttosto pesante con obiettivi che prevede di raggiungere nell'anno fiscale che si concluderà il 31 marzo 2024. Piano industriale prevede un taglio dei costi fissi per 2,5 miliardi di euro, ottenuto mediante una riduzione della capacità produttiva globale, che passa da 7,2 milioni a 5,4 milioni di veicoli, e la chiusura degli stabilimenti in Indonesia, in Spagna (Barcellona), dove vengono costruiti i veicoli commerciali, e nello stato americano del Mississippi (Canton).
RIDUZIONE DEI MODELLI - Verrà inoltre ridotta del 20% la gamma della Nissan, che passerà da 69 a meno di 55 modelli, focalizzando l’attenzione su un minor numero di modelli più redditizi come le suv e i crossover, cercando di portare l'età media del portafoglio al di sotto dei 4 anni. Ristrutturazione della gamma che verrà avviata molto presto; nei prossimi 18 mesi è infatti in programma il lancio di 12 nuovi modelli o aggiornati. Si punterà molto anche sull'elettrico con l'obiettivo di vendere 1 milione di auto entro il 2023 e di lanciare otto veicoli a batteria.
CHIUSURA DELLE FABBRICHE - Nella nuova geografia disegnata nel piano industriale della Nissan, l’Europa, dove l’unico polo di riferimento rimarrà Sunderland (Inghilterra), avrà un’importanza molto più marginale. La casa cercherà di focalizzare la propria attenzione sui mercati maggiormente redditizi come quelli di Giappone (dove le elettrificate dovranno arrivare al 60% dei volumi), Cina e Nord America. Per aumentare la redditività la casa ha dichiarato di voler aumentare dell’80% l’utilizzo degli impianti e di incrementare le sinergie con gli alleati Renault e Mitsubishi (qui per saperne di più). L’obiettivo, da raggiungere entro la fine dell'anno fiscale 2023, è quello del margine operativo del 5% e di una quota di mercato globale del 6%.