FINO AL 13 APRILE - Dopo il lancio dello scorso marzo al salone di Ginevra, la nuova
Renault Twingo fa il suo debutto italiano alla Milano Design Week, la settimana dedicata allo stile che si tiene nel capoluogo lombardo, nell’ambito della rassegna France Design 2014. Per vedere la nuova Renault Twingo dal vivo, l’appuntamento è al Superstudio Più di via Tortona 27, dove la vettura resterà esposta fino al 13 aprile (nelle concessionarie arriverà il prossimo settembre): l’occasione ci ha dato modo di fare qualche domanda a Raphaël Linari (
qui sopra), cui si deve la carrozzeria della citycar francese.
Questa vettura si chiama Twingo, ma con le omonime antenate non ha nulla in comune. Come mai allora questa continuità nel nome?
Avevamo preso in considerazione molti nomi, tra i quali anche R5 e Super 5 visto che in alcuni dettagli, come i fari, questa nuova edizione ricorda quella celebre utilitaria. Alla fine, però, abbiamo scelto Twingo perché pure questo nuovo modello segna (specie per il motore posteriore)un punto di rottura con il passato, esattamente come la Twingo “originale” del 1992.
Perché, allora, non una carrozzeria monovolume, che era proprio l’aspetto più innovativo della prima Twingo?
Ci avevamo pensato, ancora prima di firmare l’accordo con la Mercedes per condividere la meccanica con la prossima Smart. Ma questa soluzione è stata scartata per due motivi: primo, alcuni mercati non gradiscono auto senza un vero e proprio cofano ben separato dall’abitacolo; poi, con le norme vigenti sulla sicurezza, sarebbe stato difficile riproporre un frontale basso e arrotondato e un parabrezza grande simili a quelli che caratterizzavano la Twingo del 1992.
Sono stati molti i vincoli per il design di questa nuova Tingo, visto il progetto “in parallelo” con la prossima Smart?
Certamente: per esempio, il parabrezza e i vetri anteriori laterali sono gli stessi. Anche le quote delle cornici superiore e inferiore del parabrezza restano identiche. Tuttavia, abbiamo avuto mano libera per i lamierati: riconoscere una qualche parentela fra la nuova Twingo e le due Smart (la futura ForTwo e il modello a cinque porte) sarà difficile.
Qual è il dettaglio più riuscito della nuova Twingo?
I fanali, ben integrati alla complessa forma della parte posteriore: enfatizzano la larghezza dei parafanghi, trasmettendo l’idea di un’auto ben piazzata a terra e contribuendo a dare alla vettura una forma che ricorda quella della Renault 5 Turbo a motore posteriore. Inoltre, pur semplici nella loro costruzione, questi fanali hanno un aspetto tecnologico e un effetto tridimensionale.
E il punto più difficile nel disegnare la vettura?
Preservare l’impressione di un’auto non troppo alta. Gli sbalzi ridotti, con il cofano cortissimo, non sono certo d’aiuto. Per ingannare lo sguardo e far sembrare la vettura più bassa, specie vista di profilo, abbiamo allargato i parafanghi e inserito uno spesso elemento di plastica nelle fiancate, che assolve però pure alla funzione di paracolpi. E, poi, la Twingo è un’auto colorata, sono infinite le personalizzazioni, e anch’esse hanno un ruolo-chiave.
Dell’interno, che cosa ci dice?
Anche qui i colori la fanno da padroni e l’atmosfera è giocosa. Il cruscotto, per esempio, ha una forma complessa, sembra il tracciato di un circuito e, per sottolinearlo, ha il bordo di colore diverso. C’è spazio anche per la praticità. I vetri posteriori, che si aprono a compasso, ci hanno permesso di realizzare un pannello per la porta più sottile, a vantaggio dell’abitabilità, e al quale si possono agganciare vari accessori. Anche qui c’è una sinergia con la Smart: per esempio, i sedili con poggiatesta integrato sono di progettazione tedesca.