PUNTO DI SVOLTA - La Opel Mokka (leggi qui il primo contatto) è un punto di svolta per la Opel: questa crossover compatta porta al debutto il nuovo linguaggio stilistico del marchio, con la particolarità della mascherina “cieca” nera lucida che unisce i fari. Rispetto alla precedente generazione è molto diversa: ne abbiamo parlato con Patrick Fourniol (nella foto sopra), a capo del ramo Marketing & Strategy della casa tedesca dal gennaio 2020.
Rispetto alla prima Mokka, in pratica è rimasto solo il nome: ora la trazione è solo anteriore e lo stile è più dinamico…
Nel 2012, la prima generazione ha introdotto un nuovo tipo di veicolo: una suv del cosiddetto segmento B, accessibile nel prezzo e compatta. È stato un successo in molti paesi europei, compresa l’Italia, tanto che abbiamo consegnato più di un milione di esemplari in otto anni. Mokka è divenuto presto uno dei nomi più riconoscibili e amati di Opel. Nel frattempo, questa categoria di vetture si è evoluta e continua tuttora a vivere un momento di forte crescita. Ci sono clienti che prima possedevano delle classiche berline compatte, e altri che scelgono di passare a una vettura più piccola. Possiamo dire che molti automobilisti apprezzano la posizione di guida leggermente rialzata ma non vogliono un modello troppo grande e pesante. Inoltre, oggi non vogliono compromessi sulla dinamica di guida, che è uno dei punti di forza della nuova Mokka.
La precedente Mokka era una delle poche suv compatte a offrire la trazione integrale. Quanti la sceglievano?
Nel 2019 meno del 5% delle auto consegnate era 4x4, quando nel primo anno di produzione la cifra era vicina al 25%. È chiaro che le priorità dei clienti sono cambiate nel tempo. Per questo la nuova Mokka è disponibile unicamente a trazione anteriore.
Cosa cercano i clienti nella nuova Opel Mokka?
In generale si tratta di persone dinamiche, “digitali” e attente all’ambiente. Quindi, vogliono un’auto dall’immagine decisa, dotata di tecnologie moderne e di motori efficienti (siano essi termici o elettrici).
Ora Opel ha due crossover compatte in listino: tralasciando il design, in cosa si differenziano Mokka e Crossland?
La Crossland ha provato di essere un prodotto valido per l’efficienza dei motori, la spaziosità e i dettagli interni orientati alla famiglia. La Opel Mokka, d’altro canto, è disponibile anche in versione elettrica e ha una serie di soluzioni da prima della classe, come i fari IntelliLux a matrice di led, i sistemi di aiuto alla guida che mantengono l’auto al centro della corsia e alla giusta distanza da chi ci precede e gli interni “digitali” (il cruscotto è un display che affianca quello del sistema multimediale, ndr). Inoltre, offre molte possibilità di personalizzazione.
Design e motori a parte, cosa differenzia Mokka dalle rivali?
Prima di tutto è un’Opel, quindi ha tutte le caratteristiche di un’auto tedesca. Per esempio, diciamo che è “a prova di Autobahn” (le autostrade tedesche, spesso senza limiti di velocità, ndr). In sostanza, è un’auto divertente da guidare ma anche stabile ad alta velocità. Abbiamo riunito tutti questi elementi in un pacchetto originale e pensiamo che la Mokka copra davvero un punto “scoperto” del mercato.
Cosa richiedono i clienti in termini di sicurezza e sistemi multimediali?
Principalmente un’integrazione col loro cellulare e grandi schermi. Ecco perché sulla Mokka ne abbiamo fino a 12 pollici e fin dalla versione “base” è presente un cruscotto digitale. Riguardo alla sicurezza, la richiesta è principalmente sui sistemi che prevengono gli incidenti, come la frenata automatica d’emergenza.
La Opel ha trovato una sua identità e un suo posizionamento dentro PSA; ci saranno cambiamenti, ora che fa parte di Stellantis?
Eravamo l’unico marchio tedesco del gruppo PSA e lo rimaniamo anche in Stellantis, e ciò rinforza e spinge ancora più in avanti le nostre prospettive. Inoltre, rimaniamo fedeli alle nostre promesse per un presente e un futuro elettrificato e sostenibile.
C’è un marchio di Stellantis simile a Opel?
Peugeot è forse quello che possiamo accostare più facilmente, perché siamo nello stessa categoria “upper mainstream” (quello di vetture di marchi non premium che però ci si avvicinano di più per contenuti e prezzi, ndr). Ma il paragone inizia e finisce qui.
Lei è entrato in Opel alla vigilia dell’acquisizione del marchio da parte di PSA. Che scenario e quali sfide ha trovato? E ora, dentro Stellantis, quali saranno le priorità del marchio?
Sono arrivato in Vauxhall (le Opel vengono vendute nel Regno Unito con questo marchio, ndr) nel 2018 e ho trovato persone capaci e motivate. C’era una genuina preparazione e apertura al cambiamento, che ci ha aiutato molto ad accelerare la ristrutturazione dell’azienda, sotto la guida di Stephen Norman. Essere parte di un gruppo più grande ha reso necessario un ulteriore affinamento sull’identità del marchio e ciò ha reso il compito più stimolante e con maggiori opportunità. Il nostro obiettivo rimane di far passare la nuova Opel da “cold” a “cool” (gioco di parole in inglese, traducibile con “da freddo a giovanile, alla moda”).
La vendita dei servizi (per esempio le funzioni online del sistema multimediale e app per cellulare) sta guadagnando spazio: quanto è importante per la Opel?
Avevamo già lanciato due prodotti-chiave, Opel Connect e la app myOpel, con la nuova Corsa. Questi permettono, sulle versioni elettriche, di gestire a distanza il climatizzatore e controllare dallo smartphone lo stato della vettura. Sono disponibili anche sulla nuova Mokka, e contiamo di lanciare nuovi servizi durante il 2021.