DIPENDENTI: -17,3% - Il piano quinquennale da 11 miliardi di euro è stato annunciato e porterà a una riduzione del 20% della capacità produttiva e di oltre il 17% del personale della Opel. Per andare in porto, però, alla Casa servono 3,3 miliardi di euro per sostenersi durante la ristrutturazione e, secondo le richieste della dirigenza, 2,7 dovrebbero venire da Gran Bretagna, Spagna, Polonia, Austria e Germania sotto forma di prestiti o garanzia sui prestiti. Alla sola Germania, la Opel ha chiesto esplicitamente di contribuire per 1,5 miliardi di euro, essendo la Nazione dove risiede la metà dei 48.000 lavoratori Opel.
Degli 8300 posti di lavoro persi, ben 7000 sarebbero nelle fabbriche, mentre i restanti 1300 interesserebbero il settore commerciale e gli uffici. Il colpo più duro, comunque, sarebbe per i lavoratori dello stabilimento belga di Anversa, che si troveranno presto i cancelli chiusi. Una decisione che alcuni leader dei sindacati locali non hanno esitato a commentare come “un atto di guerra”.
NON SOLO TAGLI - Il piano presentato dalla Casa tedesca, però, non è fatto solo di licenziamenti e chiusure. Un forte accento è stato posto sui futuri modelli “verdi” come l’Ampera: un veicolo totalmente elettrico e dotato di un generatore a benzina per affrontare i tragitti più lunghi, derivato dalla Chevrolet Volt (leggi qui per saperne di più). Se quest’ultima arriverà nel 2011 assieme ad altri tre modelli, già nel corso dell’anno vedremo ben otto nuovi modelli, incluse le nuove Meriva e Corsa, oltre alla versione famigliare dell’Astra.
Un miliardo di euro, infine, verrà speso per la ricerca nel campo dell’efficienza dei motori, che comprende ricerche sui veicoli elettrici, sul down-sizing (la riduzione di cilindrata, ingombri e peso senza compromettere le prestazioni), sullo start & stop e sulle alimentazioni a gas.
IN EUROPA, GUARDANDO A EST - Tutti i nuovi modelli verranno ideati nel Vecchio Continente, a Ruesselsheim. In ogni caso, la Opel sta valutando l’opportunità di esportare in Asia e nel medio-oriente i vecoli prodotti in Europa. Una richiesta, questa, che proviene dagli stessi lavoratori, che avrebbero così la possibilità di mantenere la produzione sui livelli attuali.
Intanto, però, l’Ampera su cui la Opel punta tanto, per i primi due o tre anni sarà costruita negli Usa nello stesso stabilimento dove nasce la Chevrolet Volt.