APPUNTAMENTO A IMOLA - Dalle strade acciottolate del centro di Milano al liscio asfalto dell’autodromo di Imola il passo è breve per la Pambuffetti PJ-01. Il bolide umbro, nato da un sogno dell’imprenditore Juri Pambuffetti e costruito in Italia, ha debuttato lo scorso giugno sotto i riflettori del Milano Monza Motor Show e ora si prepara a sfrecciare per la prima volta tra i cordoli del circuito intitolato a Dino ed Enzo Ferrari in occasione della quinta edizione dell’Historic Minardi Day, manifestazione di riferimento per gli appassionati dei motori da corsa del passato. Sabato 28 e domenica 29 agosto i visitatori potranno ammirare l’hypercar, che concettualmente s’ispira ai bolidi della Formula 1, al box 19 e naturalmente tra le curve del tracciato, dove si esibirà a tutta velocità accanto a molte altre auto sportive da corsa storiche, tra le quali quest’anno spiccano la Ferrari B4 del 1974 e la Ensing N176 ex-Clay Regazzoni, vincitrice nel 2016 dell’Historic Grand Prix of Monaco.
NUMERI DA CAPOGIRO - Spinta da un V10 rigorosamente a benzina da 5,2 litri di cilindrata, 800 CV di potenza e 800 Nm di coppia, la Pambuffetti PJ-01, in virtù di un peso contenuto in appena 1.100 kg (rapporto peso potenza di 1,3 kg/CV) è in grado di scattare da 0 a 100 km/h in tre secondi netti e di infrangere in scioltezza il muro dei 320 km/h. Il raffinato autotelaio, realizzato in acciaio e carbonio, è stato progettato per generare una deportanza di oltre 500 kg già a 280 km/h. Alla luce di prestazioni paragonabili a quelle di un’auto da competizione, più che a quelle di una macchina super sportiva, gli ingegneri della start-up umbra capitanata da Pambuffetti hanno messo a punto un potente impianto frenante direttamente derivato dalle corse.
SENSAZIONI DA FORMULA 1 - La PJ-01, che nella mente di Pambuffetti ha cominciato a prendere forma già quattro anni fa, è stata sviluppata con la collaborazione di Andrea Boldrini, pilota professionista con un passato nelle gare internazionali di Formula 3000 che si è rivelato preziosissimo nel processo di sviluppo che ha portato alla realizzazione dell’hypercar. Proprio grazie alle dritte di Boldrini, infatti, il nuovo bolide 100% made in Italy riesce a restituire a chi avrà la fortuna di guidarlo in pista sensazioni molto simili a quelle provate al volante di una monoposto di Formula 1, senza però dover essere necessariamente un professionista del volante. E non è mica poco.