SEMPRE PIÙ VECCHIE - Secondo l’ultima ricerca dell’UNRAE, l'associazione che rappresenta le Case estere operanti in Italia nel campo auto, veicoli commerciali e industriali, bus, caravan e autocaravan, il parco auto italiano continua a invecchiare: delle 38,8 milioni vetture (sia per uso privato che commerciale) che oggi circolano sul nostro territorio hanno un’età media di 11,8 anni (era 7,9 anni nel 2009), con 10,2 milioni di queste (ossia il 26,2%) con una motorizzazione sia pari che antecedente alla normativa Euro 4; il che significa che una vettura su quattro ha oltre 15 anni di età. Inoltre, secondo l’associazione, con il tasso di rinnovo attuale servirebbero ben 26 anni per sostituire i veicoli obsoleti ancora in uso sul nostro territorio, che rallenterebbero quindi il piano della prossima transizione energetica.
I MOTIVI - Sono il susseguirsi di crisi dell’ultimo ventennio (2008, 2012-2013 e 2020) che pesano sul mercato e sulla reticenza degli automobilisti sulla decisione di cambiare auto: il contesto economico poco stabile e ricco di incertezze ha infatti determinato un’importante flessione delle immatricolazioni. Dalle circa 2 milioni di unità del 2019, si è passati alla soglia delle 1,4 milioni di vetture degli ultimi due anni.
LE IMMATRICOLAZIONI DEL 2021 - Dai dati della ricerca UNRAE si segnala, nell’ultimo triennio, un volume di immatricolazioni dimezzato per quanto riguarda le motorizzazioni tradizionali (da 852.000 del 2019 a 437.000 del 2021 le auto a benzina, e da 763.000 a 323.000 le diesel). Ma, nonostante ciò, queste due categorie con oltre 34,5 milioni di unità rappresentano insieme il 90% del parco circolante sulle strade italiane, a confermare quindi l’obsoloscenza del parco auto del nostro Paese. Considerando lo stesso periodo di tre anni si evidenzia invece una crescita nella domanda di vetture elettriche (sia pure, che ECV) passate dalle 27.856 unità del 2019 alle 203.574 del 2021, avvenuta grazie agli incentivi e a una gamma di modelli più varia. Stesso andamento per le plug-in, passate da 6.514 vetture a 69.48, così come le ibride salite 109.910 nel 2019 a 423.520 dello scorso anno. Sono invece in flessione le immatricolazioni dei veicoli a metano e Gpl: i primi passano da 38.637 unità a 31.418 mentre i secondi scendono da 136.192 a 107.105, numeri dettati però dalla crisi generale che sta intaccando il mercato, infatti, mantengono una quota sulle immatricolazioni abbastanza stabile nel triennio (rispettivamente di circa il 7% per le Gpl e di circa il 2% per le vetture a metano).
IN RITARDO SULL’ELETTRICO - Nonostante una forte crescita delle domande dei veicoli elettrificati, la penetrazione di auto a batteria in Italia tentenna: il volume di immatricolazioni delle elettriche pure raggiunge il 9,3% nel nostro Paese, mentre la media dei 5 principali mercati europei registra il 20% (che comprende Germania, Francia, Italia, Spagna e Gran Bretagna). Quindi l’Italia si trova solo davanti ai numeri della Spagna (al 7,9%) e ben lontano dal 26% della Germania, dal 18,6% del Regno Unito e dal 18,3% della Francia per quanto riguarda le immatricolazioni delle auto a batteria. Una delle cause può essere legata a una rete di infrastrutture di ricarica poco diffusa, che ci posiziona infatti al quindicesimo posto nella classifica europea: mentre la media del nostro continente conta 6,6 punti di rifornimento di energia ogni 100 chilometri, in Italia è pari a 4,7.
6,3 MILIARDI IN MENO - Gli incentivi e un parziale recupero del mercato, hanno permesso al fatturato del 2021 di crescere dell’11,3% sull’anno della pandemia, passando 32,6 miliardi di euro a 36,3. Tuttavia, sono numeri lontani da quelli del periodo pre-covid, con un settore che generava 42,6 miliardi di euro nel 2019, ben 6,3 in più di quelli di oggi. Un danno che ha colpito anche le casse dello Stato: se il gettito IVA nel 2019 era di 7,69 miliardi oggi è di 6,55, comunque in crescita rispetto al buco del 2020 (nell’anno della pandemia l’erario ha ricevuto un gettito di 5,89 miliardi).