TRE SEDI PERQUISISTE - Periodo non certo felice per la FCA che questa mattina ha subito la perquisizione da parte della Guardia di finanza di Torino, che ha agito su decreto della procura della Repubblica della città piemontese, in tre sue sedi (Mirafiori, uffici del Lingotto e centro ricerche di Orbassano). Gli uomini della GdF, coordinati del pm Vincenzo Pacleo, la cui indagine è condotta in accordo con la Procura di Francoforte, che si è attivata dopo una segnalazione giunta dagli Stati Uniti, hanno ispezionato le sedi con lo scopo di acquisire documentazione sulla progettazione e i test condotti su alcuni motori.
IPOTESI DIESELGATE - Alla base dell’ipotesi dell’indagine vi è l’accusa di frode in commercio per aver immesso sul mercato cinque modelli equipaggiati con motori dotati di un dispositivo controllato da un software in grado alterare i test sulle emissioni, quindi non conformi alla regolamentazione europea (in condizioni reali le emissioni sarebbero state fuori norma). Un’inchiesta quindi del tutto simile al dieselgate della Volkswagen.
LA FCA COLLABORA - La FCA, stando a quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, si è mostrata fin da subito disponibile alla collaborazione con le autorità per potere chiarire ogni eventuale richiesta.