Peugeot 205: il leoncino ruggisce ancora

L’abitacolo della Peugeot 205, comodo anche per una piccola famiglia e straordinariamente spazioso in rapporto agli ingombri della carrozzeria (lunga 3,7 metri), porta la firma di un grandissimo del car design: Paul Braq. Prima di approdare alla corte della Peugeot nel 1974, lo stilista francese aveva lavorato per la Mercedes e per la BMW, firmando per la casa di Stoccarda la celebre SL “Pagoda” e per quella di Monaco le berline delle Serie 3, 5 e 7 e la coupé Serie 6.

La Peugeot 205 segna l’ingresso della casa transalpina nell’era moderna anche da un punto di vista motoristico. Sotto il cofano dell’erede della Peugeot 104 debuttano i nuovi motori della famiglia XU. Si tratta di propulsori a quattro cilindri alimentati a benzina molto più brillanti ed efficienti rispetto ai precedenti, con distribuzione ad albero camme in testa, blocco e testata in lega di alluminio e camicie umide amovibili.

Sempre a proposito di motori, la Peugeot 205 va ricordata per un altro, importante primato: nel settembre del 1983, la versione mossa dal quattro cilindri diesel XUD7 da 1.769 cc e 60 CV è la prima piccola auto francese alimentata a gasolio. Quest’unità, oltre a fornire prestazioni in linea con quelle garantite dai motori a benzina, vanta percorrenze da record: la casa, all’epoca, dichiarava una media di 3,9 litri di carburante ogni 100 chilometri. Nel 1990 debutta la più potente 205 Diesel Turbo da 78 CV (nella foto).

Nel 1984 il lancio della sbarazzina versione a tre porte è accompagnato dal debutto della Peugeot 205 GTI. A questa versione, mossa da un grintosissimo 1.6 prima da 105 e poi da 115 CV, seguirà due anni più tardi la più potente 1.9 GTI da 130 CV (nella foto). “Nervose” nella guida e capaci entrambe di accelerazioni brucianti, queste piccole “belve” sono oggi molto ricercate dagli amanti delle “piccole bombe” anni ’80.

Se le GTI rappresentano un ottimo esempio del concetto di sportività applicato a una “semplice” utilitaria, la Peugeot 205 Turbo 16 del 1984 è un perfetto animale da corsa che quasi non teme confronti con una supercar. La casa francese ne costruisce 200 con specifiche stradali con il preciso scopo di ottenere l’omologazione per correre nei rally. Sulle stradine speciali del Campionato del mondo questa “belva” detterà legge tra i mostri del Gruppo B (scoprili qui), conquistando il titolo nel 1985 con il finlandese Timo Salonen e nel 1986 con il connazionale Juha Kankkunen. Ma la 205 T16 ha fatto grandi cose anche nel deserto, mettendo a segno due vittorie di fila nella Parigi-Dakar, nel 1987 con Ari Vatanen e l’anno seguente con Kankkunen.

Proprio ai grandi successi nei rally della casa di Sochaux s’ispira la piccola e scattantissima Peugeot 205 Rallye del 1988. Palestra su ruote, all’epoca, per tanti giovani piloti in cerca di un volante nelle gare che contano, questa “piccola bomba” tutta grinta e motore è mossa da un esuberante 1.3 a quattro cilindri alimentato da due carburatori a doppio corpo. Al pari delle sorelle maggiori GTI, oggi sta vivendo una seconda giovinezza come auto d’epoca.

Nel 1986 debutta la Peugeot 205 Cabriolet. L’elegante declinazione a cielo aperto dell’utilitaria transalpina, disegnata dalla Pininfarina, è proposta anche nella potente versione CTI, mossa dagli stessi motori che equipaggiano le più potenti delle 205 con carrozzerie chiusa. 

Nel corso della sua lunga carriera, la Peugeot 205 è stata proposta anche in varie serie speciali. Da brillanti trovate di marketing sono nate versioni sfiziose e alla moda come la Gentry, o la Roland Garros e la Lacoste (nella foto), entrambe ispirate al mondo del tennis.