FINE DI UN’EPOCA - La Panda “sfratta” l’Alfa Romeo da Pomigliano d’Arco (nella foto in alto). Nelle prossime settimane, le ultime 159 usciranno dallo storico stabilimento in provincia di Napoli, riaperto ieri dopo un travagliato periodo di cassa integrazione. Poi, dalla fine d’ottobre, addio Biscione. Fine di un’epoca. Già, perché sono quasi 40 anni che le catene di montaggio dell’impianto campano, sorto accanto al vecchio Centro industriale aeronautico, sfornano Alfa Romeo; dal gennaio 1972, per la precisione, quando iniziò la produzione dell’inedita Alfasud.
L'Alfa Romeo 159 è in produzione dal 2005. Nel 2009 è stata "rinfrescata".
L’ALFA “MERIDIONALE” - Alfasud era pure il nome dello stabilimento di Pomigliano, per distinguerlo dalla fabbrica milanese di Arese che veniva (informalmente) chiamata “Alfanord”. L’impianto è stato sempre votato alla produzione delle Alfa Romeo, anche dopo che, nel 1986, la casa è entrata nell’orbita della Fiat. Da allora, il “tempio” di Pomigliano ha fatto soltanto due eccezioni al culto del Biscione: per le Autobianchi Y10 realizzate dal 1987 al 1995, e per le Fiat Tipo prodotte nel biennio 1989-1990.
L'Alfasud è rimasta in produzione dal 1972 al 1984.
INCERTEZZA A MIRAFIORI - Se dalla fabbrica di Pomigliano, che dal 2008 si chiama “Giambattista Vico”, uscirà la nuova Panda, non sono ancora chiare le sorti dello stabilimento torinese di Mirafiori. Una nebbia che non è stata dissipata neppure dall’incontro di ieri tra i vertici del Lingotto e il presidente della regione Piemonte, Roberto Cota, che così riassume la questione: “L’azienda ha confermato il proprio impegno, ma sta ancora valutando quale modello produrre”. In un primo momento, infatti, Mirafiori si sarebbe dovuta occupare di suv marchiati Jeep e Alfa Romeo da destinare anche al mercato americano. Tuttavia, gli attuali chiari di luna dell’economia mondiale pare abbiamo fatto cambiare idea all’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Se così fosse, le prospettive non sarebbero rosee. Almeno dal punto di vista della Borsa. Secondo i gestori azionari della Intermonte, il tramonto dell’opzione-suv potrebbe portare a Mirafiori modelli di fascia inferiore, che offrono margini di guadagno più bassi.