LOOK INCONFONDIBILE - I fianchi larghi e potenti, l’enorme alettone a vassoio, i parafanghi sporgenti e un turbocompressore a gas di scarico che assicura un vuoto allo stomaco da “montagne russe” a ogni colpo d’acceleratore. Nel quartier generale della Singer Vehicle Design, a Los Angeles, hanno appeso al muro l’identikit della prima, mitica Porsche 911 Turbo con una promessa: esaltarne lo spirito, un mix praticamente unico tra classe ed esuberanza, senza ovviamente perdere di vista l’essenza del progetto originario. Insomma, quel che l’azienda fondata da Rob Dickinson nel 2009 ha sempre fatto con ottimi risultati, ma elevato al quadrato, perché con la sovralimentazione forzata il tasso d’adrenalina schizza verso valori mai raggiunti prima.
DOPPIO TURBO - La base di partenza del Turbo Study (questo il nome del progetto con cui la Singer confezionerà per i suoi fortunati clienti il restomod della 911 Turbo serie 930) è sempre la stessa, ovvero una scocca Coupé o Targa della serie 964, la 911 prodotta tra il 1989 e il 1994. Quel che cambia è praticamente tutto il resto, perché finora lo specialista californiano non aveva mai lavorato su vetture sovralimentate. Per risparmiare peso, la carrozzeria sarà costruita in fibra di carbonio, mentre il motore a 6 cilindri boxer di 3,8 litri - rigorosamente raffreddato ad aria, come sulle Porsche di una volta -, oltre al consueto upgrade firmato Cosworth riceverà non uno, bensì due turbocompressori con doppio intercooler aria-acqua. Il risultato? Una potenza di almeno 450 CV, con la possibilità di ottenerne ancora di più mediante programmi di elaborazione personalizzabili secondo le richieste dei committenti.
È TUTTO CALCOLATO - Ogni singola modifica estetica rispetto alla Porsche 911 Turbo originale ha una ragion d’essere ben precisa. La “pinna di squalo” sulla fiancata che ha contribuito a costruire il mito della versione del 1977, per esempio, nasconde un’ampia branchia per portare aria fresca al motore. Per quanto riguarda la trasmissione, il progetto prevede una certa flessibilità: di default la trazione è sulle sole ruote posteriori, proprio come sulle 911 Turbo vecchia scuola, ma il layout è facilmente trasformabile per accogliere il sistema a quattro ruote motrici AWD Classic Study che la Singer aveva cominciato a sviluppare nel 2014, ovvero sin dal suo primo progetto a tema Porsche 911. L’impianto frenante, noto tallone d’Achille del modello classico, è stato notevolmente migliorato e a richiesta può essere potenziato con l’adozione di dischi in carbonio ceramico.
DEBUTTERÀ IN ESTATE - Il progetto ruota intorno alla ricerca delle massime prestazioni, ma la Porsche 911 Turbo secondo Singer non sacrifica in alcun modo il comfort di marcia. Le sospensioni, infatti, sono tarate per offrire il compromesso ideale tra precisione e comodità di guida, e saranno i clienti a scegliere tra un assetto “tutto cattiveria” o uno più turistico, improntato a un miglior assorbimento delle asperità stradali. Non mancano inoltre alcune concessioni alla modernità, come il climatizzatore e i sedili regolabili elettricamente e riscaldati. Per vedere in azione l’ultima creazione della Singer bisognerà attendere l’estate: il battesimo su strada avverrà al Festival of Speed di Goodwood, in programma dal 23 al 26 giugno; successivamente, nel mese di agosto, l’auto volgerà i fari verso la penisola di Monterey, nel nord della California, dove sarà tra le grandi protagoniste della Monterey Car Week.