PASSO D’ADDIO - Passerella finale per la
Porsche 918 Hybrid, la supercar che ha raccolto il testimone di modelli tanto esclusivi quanto leggendari quali la 959 o la Carrera GT (nella
foto qui sotto). Modelli che, come la Porsche 918 Hybrid, appena nate sono diventate “instant classic” contese dagli appassionati di tutto il mondo a suon di assegni pesantissimi.
EREDE DELLA CARRERA GT - Alla Porsche 918 Spyder andava il compito di rimpiazzare la Carrera GT del 2002, spinta da un V10 che in origine avrebbe dovuto equipaggiare la Footwork in Formula 1 (segnando così il ritorno della Porsche nella massima formula, ma non se ne fece nulla) e che poi fu adattato all’uso stradale: 612 CV di assoluta cattiveria (oltre a un suono da brividi) su una monoscocca in fibra di carbonio che sembrava presa in prestito, a scelta, da una GT vincente nell’Endurance o, semplicemente, dal futuro prossimo.
CARBONIO - Confermata la monoscocca, la Porsche 918 Spyder ha debuttato come concept a Ginevra nel 2010 e successivamente lanciata in produzione tre anni dopo: a spingerla (letteralmente, visto che è installato in posizione posteriore-centrale) un V8 aspirato da 4.6 derivato da quello che equipaggiava la RS Spyder LMP2, in grado di sviluppare 608 CV a ben 8700 giri/minuto.
NELLA STORIA - Due i motori elettrici a supporto: uno montato posteriormente e uno in grado di muovere le ruote anteriori (realizzando, alla bisogna, uno schema di trazione integrale). Il risultato è qualcosa che ancora oggi fa accapponare la pelle: quasi 900 CV complessivi e una coppia superiore ai 1200 Nm. I 1.700 kg della versione base possono essere spinti con gentilezza (ed ecologia, viste le emissioni zero) dal powertrain elettrico, e con corsaiola brutalità utilizzando i tre motori per le massime prestazioni: basta avere capacità di guida sopra la media e selezionare una delle cinque modalità di guida di cui la 918 è dotata. Fino a girare in 6’57” sulla Nordschleife, se di professione (o quasi) si è piloti. Oggi la 918 Hybrid, dopo 918 esemplari prodotti, termina la propria carriera, corta e folgorante: di diritto entra nel gotha dell’automobilismo di ogni epoca.