INIZIATIVA VERSO L’UE - Il Bundesrat della Germania (il ramo del parlamento federale espressione dei lander) ha preso una iniziativa che per il mondo dell’automobile appare clamorosa: i rappresentanti dei lander si sarebbero accordati per presentare alle istanze europee una mozione mirante a far varare norme che vietino l’immatricolazione nell’Unione europea di veicoli mossi da motori endotermici, vale a dire a benzina o a gasolio. Ciò a favore della trazione elettrica. Come politica “preparatoria” di questa prospettiva, fino al 2030 i veicoli elettrici dovrebbero essere unici beneficiari di incentivi e sostegni europei.
OBIETTIVO POLITICO - Tutto ciò rientra nei programmi politici del movimento “verde” tedesco, che in pratica sostiene la necessità di prendere misure concrete volte ad attuare gli orientamenti espressi dal trattato di Parigi sull’ambiente. “Se si vuole davvero attuare il trattato” ha dichiarato il leader dei “Verdi” tedeschi Oliver Krischer “occorre che dal 2030 non vengano più immatricolate auto endotermiche”. Va ricordato che orientamenti analoghi sono già stati espressi in Olanda, dove sono in discussione iniziative del genere: presso il parlamento olandese è in fase di approvazione un provvedimento che introduce il divieto delle auto a benzina e diesel a partire dal 2025.
L’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA - Certamente però l’eventuale adozione di una politica del genere avrebbe conseguenze ben diverse in Germania, dove nel 2015 sono state appena 12.363 le auto elettriche omologate, contro un totale mercato di oltre 3,2 milioni di vetture. E ovviamente l’importanza delle auto a benzina e diesel ha risvolti pesantissimi sul piano economico e occupazionale. Nel 2015 si calcola che il fatturato delle case automobilistiche tedesche sia stato di 404 miliardi di euro, con circa 790 mila addetti impiegati.
CHE COSA SIGNIFICHEREBBE - Ammesso che sia possibile riconvertire un apparato industriale del genere in appena 14 anni, tale ipotesi comporterebbe la probabile perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, in quanto a detta dei tecnici la produzione di un’auto elettrica richiede meno lavoro. Oltre a ciò, c’è da osservare che l’eventuale data-obiettivo del 2030, significherebbe che già oggi i reparti ricerca, sviluppo e progettazione dovrebbero lavorare soltanto per l’auto elettrica. Una prospettiva al momento non reale e forse non credibile.