PER FARE CASSA - Il Groupe PSA, il gruppo francese proprietario dei marchi Citroën, DS, Peugeot, e Opel, potrebbe essere presto orfana della partecipazione della cinese Dongfeng Motor, che ne detiene circa il 14% del capitale (stessa quota dello Stato francese e della famiglia Peugeot). A riportare l’indiscrezione è l’agenzia Bloomberg, secondo cui la Dongfeng Motor, entrata nel gruppo francese nel 2014, avrebbe deciso di monetizzare la sua precedente acquisizione.
PSA A GONFIE VELE - Dal punto di vista finanziario questa mossa dell’azienda statale cinese avrebbe senso perché la partecipazione in PSA, costata all’epoca 800 milioni di euro, ora vale circa 2,2 miliardi. Questo grazie all’opera di ristrutturazione portata avanti dal numero uno della PSA, Calrlo Tavares, che in cinque anni è riuscito a portare la società dal passivo a buoni utili (margine operativo del 9%, con una liquidità di cassa di 7,9 miliardi di euro), con un portafoglio prodotti aggiornato e pronto ad affrontare le nuove sfide legate alla trasformazione in atto verso l’auto elettrica. Inoltre, in Cina, PSA e Dongfeng sono soci in una joint venture che potrebbe produrre fino a 600.000 unità l’anno, ma non sta attraversando un buon momento, con perdite di 251 milioni di dollari nel 2018 e una sotto utilizzazione degli impianti stimata nel 25% della massima capacità.
TORNA IN AUGE LA FCA? - Le voci riguardati la possibile uscita della Dongfeng dalla PSA non fa che riportare in auge le ipotesi di un possibile accordo con la FCA, con la quale c’erano stati colloqui ad inizio anno poi rivelatisi infruttuosi. Entrambe le società sono alla ricerca di partner, come ampiamente confermato in varie occasioni da Carlos Tavares per la PSA e Mike Manley e John Elkann per la FCA. E le complementarietà fra i due gruppi ci sono eccome: la FCA è forte sul mercato americano, dove la PSA non è presente, mentre la PSA è forte su quello Europeo, dove la FCA fatica.