RAPPORTO ANNUALE - Ogni anno l'Agenzia europea per l'ambiente diffonde il suo rapporto sulle emissioni di CO2 dei vari costruttori che vendono le loro automobili nei mercati dell'Unione Europa. L'ultimo pubblicato si riferisce al 2015 e mette in luce in quadro tutto sommato positivo. La regola generale dice che in media un gruppo automobilistico, considerando tutte le sue marche con i rispettivi modelli, deve avere una media pesata delle emissioni di CO2 di 130 grammi al chilometro (g/km) che dovranno diventare 95 entro il 2021. La CO2 (anidride carbonica) non è un inquinante e non è dannosa per l'uomo, ma è responsabile del riscaldamento globale.
UN MECCANISMO COMPLESSO - Ci sono però delle accezioni. In particolare ogni costruttore ha un suo specifico target di emissioni in base al peso medio delle sue vetture, da calcolare con una formula matematica. Questo significa che, se la media del peso delle auto di una casa è per esempio 1.372 kg, il suo obiettivo è di 130 g/km, ma se è di 1472 kg si alza a 134,4 g/km e se è di 1272 kg si abbassa a 125,4 g/km. C'è poi il meccanismo dei “supercrediti” con il quale ciascun costruttore può far valere ogni auto immatricolata con emissioni inferiori a 50 g/km come come se fossero 1,5. Ulteriori riduzioni sono accordate ai veicoli che sono in grado di funzionare con con carburante E85, cioè con l'85% di etanolo: le emissioni di questi sono valutate il 5% in meno, ma solo se almeno il 30% delle stazioni di servizio del paese nel quale risiede il costruttore sono in grado di erogare questo carburante (in pratica solo la Svezia). Ci sono poi le eccezioni accordate ai costruttori più piccoli, con numero di esemplari immatricolati inferiore a 10.000, ma superiori a 1.000 (sotto ai quali c'è una sorta di esenzione). Con questi vengono concordati dei target specifici di emissioni. Ci sono anche deroghe ad hoc che possono essere concesse per i costruttori che immatricolano dalle 10.000 alle 300.000 vetture l'anno.
RISULTATI MEGLIO DEL PREVISTO - Nel rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente ha sottolineato come in generale le emissioni di CO2 da parte delle auto nuove sono sensibilmente diminuite (del 37% nel giro di 20 anni). Inoltre diverse case costruttrici hanno rispettato pienamente i limiti loro prefissati, facendo addirittura meglio. Fra questi costruttori ci sono Peugeot, Citroën e Renault e, a seguire, Toyota, Hyundai e Nissan. Ci sono poi altre case che hanno fatto rilevare emissioni non in linea con i miglioramenti necessari per riuscire a centrare gli obiettivi di contenimento delle emissioni fissati per il 2021. Si tratta di Fiat Chrysler, Opel, Ford e BMW. Per questi ultimi si pone la necessità di accelerare il loro lavoro.
I PIÙ VIRTUOSI - La media delle emissioni di CO2 di tutte le auto vendute nell’Unione europea nel 2015 è stata di 119,5 g/km, cioè già l’8% in meno dell’obiettivo di legge che era di 130 g/km. Rispetto al 2014, c’è stato un miglioramento del 3,1%. La marca che ha fatto registrare la media di emissioni più bassa è la Peugeot, con 104 g/km. Dietro di lei ci sono la Renault e la Citroën con 106 g/km e la Toyota con 108 g/km (vedi tabella qui sotto). Da ricordare che l’obiettivo fissato per l’intero mercato europeo per il biennio 2020-2021 è di 95 g/km.
SUPERCAR, SUPEREMISSIONI - Però c'è anche chi ha superato i limiti concordati: e il caso di Ferrari e Aston Martin, che sono risultate le marche la con la gamma più inquinante di tutte. Tanto che l’unione europea ha avviato le procedure per infliggere alle due case costruttrici altrettante sanzioni calcolate in base al numero di auto vendute. Dai primi calcoli effettuati, risulta che la flotta Ferrari emette mediamente 299,4 g/km, mentre è autorizzata ad arrivare sino a 295. Analogamente, l’Aston Martin in certe situazioni arriva a quota 312,2 g/km, cioè oltre il limite imposto di 300 mg/km. Ne consegue che le autorità europee per l’ambiente hanno multato le due case in base alle vetture prodotte. Alla Aston Martin è stata comminata una sanzione di 33.414 euro, mentre alla Ferrari la sanzione è di 410.760 euro.
LE EMISSIONI DI CO2 DEI COSTRUTTORI (2015)