UNA VISIONE A 360° - Nell’incontro con la stampa italiana durante il Salone di Monaco il ceo del gruppo Renault, Luca de Meo (nella foto qui sopra), ha offerto svariati punti di riflessione: dai piani dell’azienda, all’elettrificazione, fino alla crisi dei chip e al motorsport.
MEGANE E-TECH - Argomento del momento è la Mégane E-Tech Electric (nella foto qui sopra), vettura 100% elettrica al debutto proprio sotto i riflettori di Monaco di Baviera, con cui la Renault “inizia una nuova era” che raccoglie la decennale esperienza della casa nel settore delle auto elettriche (si pensi alla Zoe, lanciata nel 2013). La nuova piattaforma CMF-EV su cui è costruita la Megane E-Tech è sviluppata specificatamente per i veicoli elettrici, beneficia delle sinergie con Nissan (che la utilizza per la crossover Ariya) e, sottolinea Luca de Meo, ha una grande flessibilità. Permette di realizzare auto di medie dimensioni come la Megane E-Tech, ma anche utilitarie come la Renault 5 Prototype (nella foto qui sotto) o modelli più grandi, intorno ai 460 cm di lunghezza. Le Megane E-Tech è un’auto che entra nel settore numericamente più importante del mercato europeo, quello delle vetture di medie dimensioni e, per l’efficienza delle batterie, il design accattivante e le qualità di guida, sostiene Luca de Meo, soddisfa le esigenze di oggi e può anche attrarre automobilisti che non hanno mai acquistato una Renault. Proprio il design, puntualizza il ceo del gruppo francese “può risvegliare certi codici a cui la gente è abituata, che le persone ricordano e di conseguenza fa abbassare automaticamente le barriere”. Il bel design, insomma è una carta importante per fare breccia nel cuore dei clienti. Può essere moderno, come quello della Megane E-Tech, o retrò come per la 5 Prototype “retrò non è mancanza di idee” puntualizza De Meo “ma mantenere un classico”.
L’ELETTRIFICAZIONE - “Vorrei spingere il marchio Renault verso l’elettrico e l’ibrido” confida Luca de Meo mentre Dacia “si concentra sulle soluzioni più accessibili” ovvero punta su veicoli con tipi di alimentazioni meno costosi (per esempio offre un’ampia offerta di modelli a Gpl). “Alpine sarà anche elettrica, per dimostrare che le auto a corrente non sono frigoriferi”. L’amministratore delegato ha anche ipotizzato una futura due posti “full electric” super sportiva, magari prodotta su una piattafoma condivisa con la cinese Geely, che la impiegherebbe per la Lotus (di cui è proprietaria).
COSTI E RICAVI - Il ceo ha anche tratteggiato un bilancio sull’auto elettrica, affermando che con questo genere di vetture le case posso ottenere già oggi dei ricavi, anche se con percentuali diverse rispetto alle vetture con tradizionali motori termici. La previsione è che fra il 2025 e il 2026 ci sia un pareggio dei costi di produzione fra i veicoli elettrici e quelli termici, perché i primi avranno una diffusione tale da abbassare l’investimento industriale, le seconde per l’incremento di spesa che richiederanno lo sviluppo e la produzione di motori che rispettino norme antinquinamento sempre più stringenti. In ogni caso, il prezzo delle auto lieviterà.
MOBILIZE - Il nuovo marchio dedicato alla mobilità elettrica condivisa, con prodotti dedicati come la Mobilize Limo e innovative formule di noleggio, risponde a “un deficit strutturale” dice Luca de Meo, ovvero al fatto che acquistare un’auto comporta un immobilizzo di capitale (che si svaluta) mentre il bene è, per la maggior parte del suo tempo, fermo in garage o parcheggiato sulla strada. Mobilize vuole superare questo concetto, proponendo una forma di pagamento soltanto per l’effettivo utilizzo dell’auto. Come dire, pago quando sto guidando la vettura, non per tenerla ferma.
LA CRISI DEI CHIP - Luca de Meo ha toccato anche argomenti di cronaca, prevedendo come l’insufficiente produzione dei chip (i semiconduttori indispensabili per le auto sempre più digitali), a fronte di una crescente richiesta dell’industria automobilistica, terrà ancora banco almeno per tutto il 2022. Il problema è che la produzione di questi componenti è complessa, sparpagliata per tutto il globo e “basta un buco e tutto si stoppa” come nel recente lockdown in Melesia, che ha bloccato la filiera produttiva. Servirebbe, auspica l’amministratore delegato, una ridefinizione della logistica per la loro produzione.
LO SPORT - “Renault è presente in Formula 1 da 43 anni ma il marchio non è percepito come sportivo” da qui uno dei motivi del cambiamento del nome del team in Alpine. Una casa, quest’ultima, che ha fatto delle corse una ragione di vita ma, risultando più nota agli appassionati che al grande pubblico, la Formula 1 può darle maggiore visibilità. Luca de Meo ha confermato che nei prossimi anni Alpine manterrà la sua presenza nel “Circus”, anche se la sfida tecnologica per vincere il titolo è impegnativa. Il gruppo francese, però, sta valutando anche altri settori del motorsport. Per esempio il Wec (il mondiale endurance) dove, dopo il terzo posto ottenuto dall’Alpine all’ultima 24 Ore di Le Mans, si stanno considerando piani per il futuro. Si parla anche di un ritorno nei rally, nel caso possa rappresentare un vantaggio per la produzione di veicoli elettrici.