IN SOFFERENZA - La crisi economica, conseguenza della pandemia, ha colpito fortemente l’Europa e il Gruppo Renault (che comprende i marchi Renault, Dacia, Lada, Alpine e Renault Samsung) è uno di quelli che ha sofferto di più vista la sua dipendenza dal Vecchio Continente: ecco perché ha registrato forti riduzioni di vendite e fatturato con conseguenti perdite record. Contingenze che sono leggermente migliorate nel secondo semestre del 2020, grazie alla ripresa del mercato.
QUANTO PESA LA NISSAN - Nello specifico, nel 2020 il Gruppo Renault ha consegnato 2,95 milioni di veicoli, in diminuzione del 21,3% (perdita contenuta al -6,8% nel secondo semestre), con un calo del fatturato del 21,7%, pari a 43,5 miliardi di euro (nel secondo semestre, la perdita si è fermata all’8,9%). A seguito di questi risultati le perdite complessive nel 2020 sono state di 8 miliardi di euro (660 milioni nel secondo semestre), un risultato addirittura peggiore rispetto a quello previsto dagli analisti, che si erano “fermati” a 7,85 miliardi di euro (141 milioni le perdite del 2019). In questo contesto hanno inciso molto i risultati della Nissan, di cui Renault detiene il 44,3%, che ha rappresentato quasi 5 miliardi di euro delle perdite complessive, la maggior parte delle quali accumulate durante il primo semestre. Fattori contingenti che hanno portato la Renault a bruciare cassa per 4,55 miliardi.
ORA LA RICOSTRUZIONE - Al nuovo amministratore delegato Luca de Meo, che recentemente ha presentato il nuovo piano industriale Renaulution (qui e qui per saperne di più), spetterà quindi l’arduo compito di tirar fuori il Gruppo Renault da questa situazione, facendo fronte, oltre all’incognito della pandemia, anche alla carenza di fornitura delle componenti elettroniche. Il piano punta a garantire un margine operativo di oltre il 3% entro il 2023, in grado di arrivare al 5% entro il 2025. La “ricetta” di de Meo prevede di puntare sui modelli in grado di generare maggiori profitti, e di ripristinare una migliore collaborazione con Nissan. Il manager italiano dovrà inoltre far per forza i conti con la prevista razionalizzazione, che inciderà anche sugli impianti produttivi. E congiuntamente deve rassicurare lo Stato francese, maggior azionista di Renault, sul mantenimento dei posti di lavoro.
IL PROBLEMA DEI CHIP - Il Gruppo Renault ha già raggiunto il 60% dei 2 miliardi di euro previsti per il taglio dei costi. Mentre la società ha sottolineato che il problema di approvvigionamento chip (qui per saperne di più) potrebbe tagliare la sua produzione di auto di circa 100.000 veicoli quest'anno.