FUTURO AUTONOMO - Se immaginiamo il mondo dell’auto del futuro, non bisogna lavorare troppo di fantasia per pensare a strade popolate da veicoli che guidano da soli, trasportando i passeggeri da un punto A a un punto B. Sono i cosiddetti robotaxi, veri e propri taxi a guida autonoma che sono già una realtà in alcune città degli Stati Uniti, dove è possibile farsi scarrozzare da una vettura senza conducente. Questi veicoli funzionano grazie a sofisticati sistemi di guida autonoma, che analizzano i dati provenienti da sensori Lidar, radar, telecamere e GPS e li elaborano attraverso algoritmi di intelligenza artificiale. Attraverso una connessione costante alla rete, possono ricevere aggiornamenti sul traffico e informazioni sulle condizioni stradali in tempo reale, pianificando percorsi ottimali. L’intelligenza artificiale è un aspetto fondamentale nella guida autonoma dei robotaxi: l’IA è infatti addestrata per riconoscere e interpretare le diverse situazioni impreviste e che variando di secondo in secondo.
GRANDI ASPETTATIVE - I progettisti dei robotaxi immaginano che questi veicoli possano migliorare la sicurezza stradale, eliminando l’errore umano e riducendo così il numero di incidenti, ma anche l’efficienza del trasporto pubblico, con un servizio puntuale ed economico. Tale tecnologia, una volta a regime, ridurrebbe i costi operativi, in quanto non ci sarebbe più bisogno di pagare un conducente, consentendo di avere una vettura in servizio potenzialmente 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Inoltre è facile pensare che un’evoluzione su larga scala dei robotaxi consentirebbe a molti di rinunciare del tutto alla propria auto privata, liberando spazio nelle città e diminuendo il traffico. C’è poi la questione della sostenibilità: grazie all’elettrico o all’idrogeno, queste vetture contribuirebbero alla riduzione delle emissioni inquinanti, migliorando la qualità dell’aria.
SFIDE DIFFICILI - Tuttavia restano da affrontare numerose sfide, in primis tecnologiche, in quanto è necessario garantire la sicurezza e l’affidabilità dei veicoli in ogni condizione, ma anche infrastrutturali: le città devono essere a misura di robotaxi. Uno degli aspetti principali da tenere conto è anche quello legale, quindi definire un quadro normativo chiaro e coerente a livello internazionale che ne regolamenti l’utilizzo.
GM SE NE VA - Negli ultimi anni, molte aziende (automobilistiche e tecnologiche) si sono buttate nel settore dei robotaxi, con più o meno successo. Un caso di clamorosa retromarcia è quello della General Motors, che dopo aver investito 10 miliardi di dollari, ha recentemente annunciato di aver interrotto i finanziamenti per la divisione Cruise, dedicata allo sviluppo dei veicoli a guida autonoma. A far desistere il gigante di Detroit sono stati “il tempo e le risorse considerevoli che sarebbero necessari per ampliare l’attività”. Gli sforzi e gli investimenti si orienteranno quindi a sviluppare tecnologie di guida autonoma e assistita: “Sappiamo che le persone amano guidare i propri veicoli, ma non in ogni situazione, quindi ha senso sviluppare una tecnologia autonoma per loro”. La casa automobilistica prevede di risparmiare oltre 1 miliardo di dollari l’anno grazie a questo cambio di strategia.
Ma vediamo chi sono gli attuali protagonisti di questo settore.
WAYMO - Per una che abbandona il campo da gioco, altre aziende sono ancora pronte a investire nei robotaxi. Waymo in testa: il progetto di Google è presente negli Stati Uniti con circa 650 Jaguar I-Pace autonome in tre importanti città del Nord America. Partito nell’ottobre del 2018 nell’area metropolitana di Phoenix, il progetto Waymo è attivo anche in ampie fasce della contea di San Francisco e di Los Angeles e all’inizio del 2025 dovrebbe espandersi anche ad Austin (in Texas), con Atlanta e Miami che seguiranno a breve.
MAY MOBILITY - Dal dicembre del 2023 i minivan Toyota Sienna a guida autonoma di May Mobility svolgono servizio commerciale a Sun City, in Arizona. A novembre, la start up sostenuta dalla Toyota ha rimosso i conducenti umani di sicurezza dai sui veicoli ad Ann Arbor, nel Michigan, nonostante quindi non trasportino ancora passeggeri paganti. I numeri sono molto più bassi (si parla di 40 veicoli su strada), ma entro i primi tre mesi del prossimo anno May Mobility avvierà le operazioni senza conducente in una terza città. Inoltre la Toyota lancerà la piattaforma autonoma e-Palette in Giappone, che trasporterà i lavoratori all’interno dell’area della fabbrica.
BAIDU - Baidu, il colosso cinese dei veicoli a guida autonoma, ha raggiunto un traguardo significativo nel mese di dicembre, ottenendo l'autorizzazione a testare il suo robotaxi Apollo Go a Hong Kong. Questa espansione rappresenta un passo fondamentale nella strategia di internazionalizzazione dell'azienda. A maggio di quest'anno, Baidu ha presentato il suo ultimo modello, il robotaxi RT6, caratterizzato da un innovativo sistema di sostituzione delle batterie e da un costo di produzione particolarmente competitivo. Attualmente, l'azienda offre già un servizio di robotaxi senza conducente nelle città cinesi di Wuhan e Chongqing, e sta conducendo test in altre regioni del Paese.
VOLKSWAGEN - La casa tedesca ha scelto il suo nuovo veicolo elettrico ID.Buzz come base per lo sviluppo di una flotta di robotaxi. L'azienda sta conducendo test approfonditi ad Austin, in Texas, con l'obiettivo di lanciare un servizio di mobilità autonoma commerciale entro il 2026. Parallelamente, la sussidiaria Volkswagen ADMT sta effettuando prove su strada a Monaco e Amburgo per estendere il servizio anche in Germania entro tempi simili. Attualmente, la Volkswagen si affida alla tecnologia di guida autonoma fornita da Mobileye.
MOBILEYE - La strategia di Mobileye si distingue nettamente da quella dei suoi competitor nel settore della guida autonoma. Invece di concentrarsi esclusivamente su uno dei due aspetti, assistenza alla guida o guida completamente autonoma, l'azienda israeliana ha sviluppato entrambe le tecnologie in parallelo. Questa scelta strategica ha permesso di finanziare lo sviluppo dei sistemi di guida autonoma più avanzati attraverso la vendita di soluzioni di assistenza alla guida. Inoltre, Mobileye ha optato per un modello di business collaborativo, fornendo la sua tecnologia a case automobilistiche e operatori di mobilità, piuttosto che gestire direttamente una flotta di veicoli senza conducente. Questo approccio ha portato l'azienda a stringere partnership con importanti attori del settore, tra cui appunto la Volkswagen.
ZOOX - Dopo oltre un decennio di sviluppo, Zoox, una società controllata da Amazon, è pronta a portare sulle strade il suo robotaxi di nuova generazione. Privo di volante e pedali, questo veicolo completamente autonomo è stato progettato appositamente per offrire un servizio di trasporto pubblico senza conducente. L'azienda ha già avviato le prime fasi di test a San Francisco e Las Vegas, e prevede di lanciare un servizio commerciale limitato nel 2025.
TESLA - Ultima ma non ultima la Tesla, che si è lanciata nel settore dei robotaxi con il Cybercab presentato giusto un mese fa (qui la notizia). L’intenzione di Elon Musk è di diventare la principale rivale di Waymo, grazie a una rapida diffusione del suo modello che dovrebbe essere lanciato entro il 2027. Tuttavia l’ambizione è di stringere i tempi e secondo un recente rapporto di Deutsche Bank, Tesla potrebbe lanciare il suo servizio robotaxi già nel prossimo anno in California e Texas.