MISURA CONTROVERSA - Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere la decisione dell'amministrazione di Bologna di istituire, su circa il 70% del territorio cittadino, il limite dei 30 km/h (qui la news). Il capoluogo dell'Emilia Romagna è il primo grande Comune italiano a prendere questa decisione, seguendo l'esempio di alcune città europee. La misura varata dalla giunta, in vigore dal 16 gennaio 2024, si pone come obiettivo la prevenzione degli incidenti e la riduzione delle emissioni di CO2. I più critici hanno ribattuto che il limite dei 30 km/h porta a una maggiore congestione del traffico e puntano il dito sulla volontà di fare cassa con gli autovelox.
EVITARE FORZATURE - Sul provvedimento è intervenuto anche il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che l'ha bollato come una "scelta non ragionevole". In una nota, il Mit ha affermato che "l'obiettivo del ministero è trovare un equilibrio tra l'esigenza di garantire la sicurezza (che resta una priorità) ed evitare forzature che rischiano di generare l'effetto contrario". In tal senso è da intendere la proposta del ministro per "limitare l'utilizzo degli autovelox nei centri urbani e per controllare limiti sotto i 50 all'ora (come nel caso del comune di Bologna)". L'obiettivo finale è "è far utilizzare i rilevatori di velocità e introdurre le Zone 30 in zone sensibili e a rischio incidenti, anziché in modo generalizzato e quindi meno efficace se non addirittura vessatorio nei confronti degli utenti della strada".